giovedì 25 marzo 2021
Federico Sorgente, chirurgo per scelta (ora in pensione) e sommelier per intuizione, è stato folgorato sulla via di una Damasco toscana fatta di vigneti e di vinacce, di pici all’aglione, crostini e ribollita.
Medicina è seduzione per adepti e non adepti?
Si è seduzione, pretende rispetto e devozione, evoca l’onnipotenza ma in fondo è solo gestione di piccolo potere. Tutto nasce dalla luce che emana chi la pratica, la Medicina ovviamente. Ippocrate era già consapevole della forza spirituale di quella che per noi, oggi, è una professione, non Arte. I medici sono tanti, gli artisti pochi. La prerogativa della forza psicologica è presente, più o meno inconsciamente, sotto ogni camice bianco che Ippocrate spinge, affinché si ritrovi sempre in un altro camice a lui inevitabilmente simile. Cura i tuoi maestri e i loro familiari.
Medicina è casta?
L’evidenza della casta si manifesta in ogni occasione: i medici si riconoscono tra loro tendendo inevitabilmente a legarsi. Quante volte a cena tra amici è perentorio dire: “No, Paolo e Giovanni non debbono stare vicini, altrimenti parlano solo tra loro”? Ecco perché Ippocrate è essenziale per il medico: figura ieratica di semidio che lo ha forgiato, per creare un unico corpo dalle mille teste. Anche gli Egizi erano grandi medici ma non erano ippocratici; tecnici esperti ma non medici come li intendiamo noi. Oggi incontriamo medici che non sono grandi tecnici ma comunque ippocratici, purtroppo, nella versione meno nobile. Il medico adora se stesso e il suo lavoro.
Medico oggi e medico ieri.
Negli anni Sessanta il giovane professionista ambiva alle tre “m”: moglie, macchina, mutua. “Dottore… prego si accomodi”. Ecco il profumo del potere, la devozione per la casta. Con gli anni la vita cambia, il medico cambia. Il potere non ti logora, si logora e ti ritrovi a scontrarti con chi prima ti osannava. Sul nuovo palcoscenico egli cambia, cerca di rigenerarsi, sperando in nuova casta forse con dinamiche più semplici, più lineari ma altrettanto misteriose. La ricerca, a volte, è ponderata ma l’approdo spesso è casuale; ecco può ritrovarsi per gioco, per inerzia in un mondo nuovo, affascinante, fatto di profumi, di colori, di termini sconosciuti. Ecco che la galassia vino si delinea. È un intreccio di esperienza, di vite, di desideri che suscita interesse. La sente vicina, perché misteriosa e magica come la galassia da cui proviene. Degusta un vino e mentre sciorina il suo sapere nel guardare, odorare e assaporare scruta gli occhi altrui, gli occhi dei poveri ignoranti che pendono dalle sue labbra, poiché per loro il liquido nel bicchiere è forse più o meno bianco o più meno rosso. Egli illumina, memore delle sue doti persuasive di elargitore di sapere e forza spirituale, quello che per gli altri è oscuro e misterioso. Chi conosce il vino parla con chi conosce il vino: “No. Paolo e Giovanni non devono sedersi vicino, altrimenti parlano solo tra loro”. Paolo e Giovanni si occupano anche di vino: è un orizzonte più fresco e, forse, non lo ammetteranno mai, oggi più affascinante. Dialogano tra di loro ugualmente felici. Ippocrate è sempre presente ma non li guida più come prima e ne sono consapevoli; non importa, questo caleidoscopio di colori, odori, sapori li ha fatti prigionieri e, soddisfatti, sono al centro di questo mondo liquido, piccolo ma a quale, ormai, non possono più rinunciare.
Ippocrate si è dissolto in Bacco?
Sì, Ippocrate si è dissolto in Bacco. L’attrazione è fatale per questa diversa centralità rispetto alla umanità che comunque continua a girargli attorno. Il medico è desideroso di progredire nel proprio sapere enologico. Ritrova fiducia e torna da Ippocrate: ogni casta accoglie chiunque ne faccia parte e due sono meglio di una, rafforzandosi reciprocamente. Il medico-sommelier è circondato da una aura magica a cui nessuno resiste: doppia casta, doppio fascino e potere illimitato. Cosa è più monumentale della combinazione tra la sacrale responsabilità del gestore di vite e la piacevolezza godereccia del vino? La dicromia di queste due figure è appagante per chi la vive, interpretando i due ruoli con contorni ben definiti, vivendo con lo stesso piacere entrambe, così che alla fine maliziosamente si compendiano. Prosit.
@vanessaseffer
di Vanessa Seffer