Per una volta vince lo Stato di diritto

lunedì 15 marzo 2021


Sta a noi crederci fino in fondo. Questa volta è un magistrato del Tribunale penale di Reggio Emilia, chiamato a decidere su una richiesta di emissione di un decreto penale di condanna per il delitto di cui all’articolo 483 del Codice penale, a confermare l’illegittimità dei Dpcm, che violano da un anno a questa parte i principali diritti costituzionali nel silenzio delle istituzioni e della politica. Già il Tribunale di Roma, con ordinanza del 16 dicembre 2020 (Gazzetta ufficiale, dottor Alessio Liberati) aveva dichiarato che l’emergenza sanitaria non giustificava in alcun modo la limitazione e, in alcuni casi, l’eliminazione dei diritti fondamentali così come riconosciute sia dalla carta Costituzionale che dalle Convenzioni internazionali. Il Tribunale affermava per la prima volta che il Dpcm non è un atto di natura normativa ma amministrativa e che tale natura resta, anche laddove un provvedimento avente forza di legge lo “legittimi” ed anche se tale legittimazione “delegata” sia attribuita entro certi limiti.

Con la sentenza dell’11 marzo 2021 il Gip del Tribunale di Reggio Emilia va oltre, precisando che le misure di cui all’articolo 1 del Dpcm dell’8 marzo 2020 stabilivano un divieto generale ed assoluto di spostamento al di fuori della propria abitazione, con limitate e specifiche eccezioni, configurando un vero e proprio obbligo di permanenza domiciliare. Detta prescrizione nel nostro ordinamento giuridico consiste in una sanzione penale restrittiva della libertà personale, che può essere irrogata solo dal Giudice penale per alcuni reati. Pertanto, nella fattispecie, il Giudice ordinario non può rimettere la questione di legittimità costituzionale del Dpcm alla Corte costituzionale perché atto amministrativo, ma deve procedere direttamente alla disapplicazione dell’atto amministrativo illegittimo per violazione di legge (costituzionale). Gli imputati erano stati costretti a sottoscrivere un’autocertificazione incompatibile con lo Stato di diritto, perché imposta da un atto amministrativo Dpcm costituzionalmente illegittimo.

Molti di noi, in questi mesi, non si sono arresi e hanno combattuto con gli strumenti giuridici propri della nostra professione, in difesa della libertà e della democrazia, confidando in quella magistratura libera che giudica in coscienza. Non bisogna fare nulla di straordinario o di rivoluzionario. Per una società migliore “basta che ognuno faccia il suo dovere” (Giovanni Falcone).

(*) Avvocato del Foro di Palermo


di Elisabetta Billitteri (*)