mercoledì 17 febbraio 2021
Il segretario generale della Confsal, Angelo Raffaele Margiotta (nella foto), nel corso dell’incontro di ieri con il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha sottolineato “la necessità e l’urgenza di riforme organiche che influiscano sul mondo del lavoro, per la tutela dei lavoratori e per la crescita delle imprese”. Innanzitutto, la riforma degli ammortizzatori sociali con una riorganizzazione della Cassa integrazione all’insegna di tre principi:
1) semplificazione, per snellire l’impianto normativo-procedurale e superare la frammentarietà e la disorganicità;
2) unificazione delle diverse tipologie di cassa integrazione con la previsione di un solo istituto che accorpi le 5 tipologie oggi esistenti, pur salvaguardando le specificità relative ai settori produttivi le classi dimensionali delle aziende;
3) estensione universale: per coinvolgere nel meccanismo assicurativo tutti i lavoratori e tutte le aziende.
Tale riforma è complementare al contemporaneo rilancio delle politiche attive del lavoro, per le quali secondo Margiotta è necessaria “una riforma in grado di ridefinire la cornice di intervento e delineare un sistema nazionale unitario di attivazione al lavoro, in grado di rafforzare le competenze e l’occupabilità di chi ancora lavora e di chi ha perso il lavoro, nell’ambito di un sistema che tenta di evitare l’uscita dal lavoro, stimoli il reimpiego e riduca la permanenza nello stato di disoccupazione”.
In particolare, la proposta di Confsal prevede due innovazioni fondamentali, come ha spiegato Margiotta: “Il preavviso attivo, una misura rivolta a chi pur avendo ancora un lavoro è in procinto di perderlo; che preveda un comportamento virtuoso dell’azienda che anziché limitarsi al preavviso di licenziamento, segnali i lavoratori in esubero al sistema di attivazione in modo che vengano ricollocati prima di essere licenziati”. É una misura, ha sottolineato Margiotta, oltremodo necessaria per prevenire le conseguenze di quando inevitabilmente sarà posto fine al blocco dei licenziamenti. In secondo luogo, “l’introduzione dell’indennità di disoccupazione attiva, quale ammortizzatore unico per assorbire gli attuali ammortizzatori sociali passivi, condizionata all’inserimento nel percorso di reimpiego”.
“Il duplice obiettivo – ha terminato – è quello di ridurre la permanenza nello stato di disoccupazione, per coloro che avendo perso il lavoro sono attualmente coperti dagli ammortizzatori sociali o che sono usciti anche da questa copertura, e quello di favorire le opportunità di occupazione, non solo per i giovani under 29, ma anche per tutti i disoccupati, e soprattutto le disoccupate, di qualsiasi fascia d’età che attualmente ricorrono al reddito di cittadinanza”.
di Redazione