Impianti sci: apertura posticipata, dramma per il turismo

mercoledì 17 febbraio 2021


Novemila lavoratori stagionali a rischio, 12,4 milioni di turisti in meno e mancati incassi pari a oltre 9,7 miliardi di euro. È quanto emerso dallo studio dell’Istituto Demoskopika sul periodo dicembre 2020-marzo 2021. Un’analisi, questa, che si lega alla decisione di posticipare l’apertura degli impianti sciistici.

Raffaele Rio, presidente di Demoskopika, si è rivolto a Massimo Garavaglia, ministro del Turismo, sottolineando la necessità immediata di “ristori adeguati alle perdite e revisione del Next Generation Italia, altrimenti assisteremo alla stagione di de profundis del turismo montano”. Nel dettaglio, destinazioni turistiche invernali più penalizzate sono: Trentino-Alto Adige, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia e Veneto.

Ancora Rio: “Al neo ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, che ha giustamente bollato come atto di mancato rispetto per i lavoratori l’improvvisa decisione di non riaprire le stazioni sciistiche, non sfuggirà in alcun modo che ci sono a rischio immediato almeno 9mila lavoratori stagionali occupati nel turismo bianco, oltre ad almeno altri 5mila assunti a tempo indeterminato”.

L’ordinanza che ha portato alla chiusura degli impianti sciistici fino al 5 marzo – al netto di tutto – potrebbe mettere ko il comparto del turismo invernale. Dati alla mano, abbiamo 6.170 i chilometri di piste e 1.800 impianti di risalita al servizio dei comprensori sciistici, che generano lavoro per 14mila persone. La spesa media pro capite per sostenere la settimana bianca, per la cronaca, è di 785 euro a persona.


di Anna Maria Fasulo