Il calcio vende i diritti televisivi

lunedì 8 febbraio 2021


Le conseguenze della pandemia da Coronavirus sul calcio sono pesanti. Oltre la metà – delle 20 società di serie A – ha chiuso i bilanci, al 30 giugno 2020, in rosso. Le perdite sono aumentate in questa prima parte del girone di andata. Senza i proventi degli stadi chiusi a causa del virus, con la diminuzione degli introiti della pubblicità e delle sponsorizzazioni e la crescita dei costi fissi e variabili del personale (giocatori, allenatori, manager, staff medico) le casse dei club sono vuote. La speranza di rimettere in sesto il sistema calcio, gravemente ferito, è quella di concludere le due trattative che riguardano i diritti televisivi.

Due gli scenari: le trattative private della Lega con i broadcaster dopo che l’apertura delle buste aveva dato risultati non all’altezza delle aspettative e il ruolo del Canale Lega in fase di costruzione, che costituisce la base per l’accordo con il consorzio dei Fondi Cvc (Capital Partners)-Advent-Fsi (Fondo strategico italiano). Si parte dal limite imposto dalla pandemia da Covid, che ha fatto chiudere gli stadi ai tifosi e quindi impedito di vendere i prodotti legati al calcio (gadget, magliette, felpe, sciarpe, tute, ma anche penne, orologi, portafogli con il logo della squadra per cui si tifa). Il lockdown ha causato pesanti ripercussioni economiche. Secondo uno studio del gruppo Deloitte le perdite della stagione 2019-20 sono rilevanti: mancano all’appello delle casse dei club alcuni miliardi.

Guardando i bilanci in rosso di quattro big le perdite superano i 600 milioni (la Roma perde 204 milioni, il Milan 195, l’Inter 103, la Juventus 89,7 nonostante la partecipazione alla Champions League). Quando si tireranno le somme dei bilanci al 30 giugno 2021, il quadro apparirà insostenibile. Se la pandemia ha provocato danni ingenti, il problema fondamentale che le società di calcio dovranno affrontare è quello di rivedere la gestione economica. Discutendo allora di risorse, diventa essenziale la trattativa per i diritti televisivi, i cui proventi diventano la base necessaria per la ripresa del sistema calcio. Un Comitato composto dall’amministratore delegato, Luigi De Siervo e dai presidenti della Lazio, Claudio Lotito, del Napoli, Aurelio De Laurentiis e della Sampdoria, Massimo Ferrero si sta occupando del negoziato con i due broadcaster rimasti in gara: Sky e Dazn, dopo la non partecipazione di Eurosport e la mancata ammissione di Mediapro.

Negli ultimi tre anni, gli incassi della Lega per i diritti tv hanno raggiunto la cifra record di 1,34 miliardi di euro a stagione. Entrate delle quali i club non possono fare a meno. La crisi ha indotto anche la società Sky del gruppo americano Comcast a ripensare il suo investimento di 780 milioni, per garantirsi la trasmissione di 226 partite in esclusiva. Si è fatta avanti Dazn che all’asta per il pacchetto delle 7 partite aveva già messo sul piatto la cifra di 650 milioni. Quello italiano è il secondo campionato più ricco con 4,2 miliardi tra il 2019-22 dopo la Premier inglese che incasserà, nei prossimi quattro anni, più di 4,8 miliardi di euro. Dopo la trattativa con i due broadcaster (la Lega dopo aver fissato come valore ideale 1,15 miliardi di euro spera di ottenere per il triennio 2021-24 circa un miliardo a stagione) si dovrebbe concludere anche l’accordo con il consorzio dei Fondi Cvc-Advent-Fsi disponibile a diventare socio del Canale di Lega in fase di costruzione, acquistando il 10 per cento delle azioni per un valore di circa 1,7 miliardi di euro. I tempi stringono. Stanno entrando in campo altri soggetti come Amazon e Sky ha fatto il botto per le manifestazioni europee.


di Sergio Menicucci