giovedì 21 gennaio 2021
Nel 2020 nello Spazio economico europeo sono stati irrogati complessivamente 341 provvedimenti sanzionatori amministrativi per violazioni del Gdpr (Regolamento generale per la protezione dei dati) e delle normative nazionali in materia di protezione dei dati personali. Dall’analisi del “Rapporto statistico 2020, sanzioni privacy in Europa” redatto dall’Osservatorio di Federprivacy emergono importanti elementi con riferimento ai numeri delle sanzioni, ai settori più sanzionati, alle violazioni più frequenti e alle Autorità più attive.
I numeri
Nel corso del 2020 sono 341 sanzioni le irrogate dalle Autorità garanti nel See (Spazio economico europeo), per un totale complessivo di 307.923.725 euro, con dicembre che si aggiudica il titolo di mese più severo con l’emissione del 48 per cento delle sanzioni complessive dell’intero anno (per un ammontare pari a 148.156.645 euro). Con riferimento all’importo delle sanzioni emesse, l’Autorità più
severa risulta quella francese, con un importo complessivo di 138.316.300 euro per otto sanzioni emesse. Nel calcolo, però, non si deve dimenticare che rientra la maxi-sanzione inflitta dal Cnil (Commission nationale de l'informatique et des libertés) a Google che, da sola, ammonta a 50 milioni di euro, inflitta nel 2019, ma confermata nel 2020 a seguito del ricorso al Consiglio di Stato francese. Nella classifica per l’importo delle sanzioni emesse, l’Italia si posiziona al secondo posto, con un importo totale di 58.176.601 euro per un numero complessivo di 35 sanzioni. Portogallo, Slovenia, Liechtenstein e Lussemburgo, invece, si posizionano in coda alla classifica per non aver emesso alcuna sanzione. Considerando, invece, il numero delle sanzioni irrogate l’Autorità “più severa” risulta la Spagna con 133 sanzioni emesse durante il 2020.
Le violazioni
Analizzando le violazioni che sono state sanzionate dalle Autorità Garanti emerge che quelle più frequentemente contestate, che rappresentano l’81,1 per cento del totale, riguardano la liceità del trattamento. Seguono la mancata adozione delle misure di sicurezza, il mancato rispetto dei diritti dell’interessato e le informative.
I settori più sanzionati
Se si considera il numero dei procedimenti, il settore più sanzionato nel corso del 2020 risulta quello delle telecomunicazioni con un numero complessivo di 69 multe, seguito da quello dei servizi e da quello del commercio, rispettivamente con 47 e 45 sanzioni, mentre la pubblica amministrazione è stata oggetto di 41 multe delle autorità di controllo. Al contrario, se si analizza il valore economico delle sanzioni, il settore più colpito risulta quello di internet ed e-commerce con un ammontare complessivo di 144,9 milioni di euro di multe (che risulta essere pari al 47 per cento del totale), e, a seguire, quello delle telecomunicazioni, quello del commercio e attività produttive, quello dei trasporti e quello alberghiero.
L’autorità più severa e quella più attiva
Analizzando, sia per numero sia per importo complessivo, le sanzioni irrogate, l’Autorità più severa risulta quella francese, mentre quella spagnola si aggiudica il “titolo” di autorità più attiva nello Spazio economico europeo. Il Cnil nel corso del 2020 ha irrogato otto sanzioni per un totale di 138.316.300 euro, ma come già anticipato, nel calcolo rientra anche la sanzione irrogata nel 2019 a Google, ma confermata solo nel 2020 dal Consiglio di stato francese. L’Autorità Garante spagnola, invece, ha irrogato ben 133 sanzioni per un importo complessivo di 8.080.710 euro, con una media di 60.757 euro a sanzione.
L’autorità italiana
Dall’analisi dei dati, l’Autorità garante italiana risulta tra le più attive, sia per numero di sanzioni, 35 nel corso del 2020, seconda solo alla Spagna, pari al 10,3 per cento delle sanzioni complessive emesse nel See, sia per importo complessivo delle sanzioni irrogate, pari a 58.176.601 euro seconda, in questo caso, solo alla Francia.
(*) Avvocato e responsabile Aidr Regione Lombardia
di Federica De Stefani (*)