All’armi pastasciutta!

giovedì 7 gennaio 2021


Anno 1968. Molti ragazzi non studiavano perché dovevano salvare il mondo, sostenendo a gran voce eroi come Mao Tse Tung (oggi Mao Zedong, secondo il politicamente corretto Pinyin) Lin Piao, Ho Chi Minh. Non sapevano perciò risolvere le equazioni, conoscevano qualche frase del Libretto Rosso, ma nemmeno una poesia del poeta che avrebbero dovuto commentare. Alle interrogazioni, però, rispondevano. Non alla domanda rivolta, ma enunciavano ricette per ristabilire la democrazia, spiegavano come la dittatura del proletariato avrebbe livellato il mondo, rendendo i geni uguali ai cretini.

In questi giorni ci rendiamo conto che cinquant’ anni sono passati invano. Trinariciuti della vecchia sinistra difendono a spada tratta gli ex-alleati della destra, e non hanno capito che la politica oggi non è più rossi contro neri, è alfabetizzati contro analfabeti. Perché il virus non vota, quello snobba chi non lo capisce e ride di quelli che sostengono gli incapaci. Così un manipolo di salvatori della Patria lavora per distogliere l’attenzione dal nulla cosmico della banda Giuseppe Conte-Luigi Di Maio-Domenico Arcuri, attirando l’attenzione su altro, sui temi importanti, mica su questo insulso e innocuo microbetto. Se persino in America si abolisce Omero accusando l’Odissea di essere razzista, non possiamo essere certo da meno.

Laura Boldrini ha la conformazione somatica dello sdegno istituzionale, ed è contornata da un manipolo di raffinati studiosi, i quali le segnalano i pericoli gravi che incombono sulla Patria. La pasta fascista, ad esempio. Morire tutti di Covid non è grave, ma mangiare cibi non democratici, questo mai. Ma forse aveva ragione lei, perché la Molisana ha chiesto scusa, cosa che Arcuri non ha mai fatto per mascherine e siringhe, Danilo Toninelli per non ricordare la firma sui decreti salviniani, Conte per fare il duce a reti unificate invece di cercare soluzioni vere. Il terrore nei confronti di una sinistra che si arroga il monopolio della cultura, della correttezza politica e della verità assoluta è tale per cui una marca di ottima pasta teme di perdere i clienti non per la qualità del prodotto, ma per gli aita-aita comunisti. Ignorando pure la possibilità di diventare un simboletto, non solo per i nostalgici, ma anche per le persone di buon senso, le quali dovrebbero ribellarsi a questa violenza oscurantistica.

Invece i moderati continuano ad essere una maggioranza silenziosa e pavida, che subisce tutto, borbotta, ma continua a giocare in difesa contro attaccanti specialisti in falli che l’arbitro non osa fischiare. Una situazione veramente moli(n)sana.


di Gian Stefano Spoto