Perché è sbagliato parlare di misteri italiani

lunedì 7 dicembre 2020


Le librerie hanno interi scaffali di libri sui misteri irrisolti che hanno accompagnato la storia d’Italia. Basta visitare una qualsiasi libreria per rendersene conto e quasi ogni settimana esce un nuovo libro sull’argomento. Alcune trasmissioni televisive hanno costruito la loro fortuna parlando di misteri e continuano ad avere un folto seguito. Il web non è da meno: digitando le parole “misteri italiani”, Google trova 974mila risultati. Quando si parla dei numerosi casi irrisolti che hanno sconquassato la storia d’Italia ci si imbatte in una miriade di commenti e di considerazioni. La parola più ricorrente per definire lo sconcerto di chi legittimamente vorrebbe capire è sempre la stessa: “mistero”. Il “mistero” sembra nutrirsi e perpetuarsi grazie a sentenze che, in diversi gradi di giudizio, assolvono o condannano i presunti autori di uno stesso fatto. Talvolta le sentenze costituiscono le basi per pubblicazioni di successo, nelle quali la dietrologia fa da padrona e non aiuta a fare chiarezza.

Si usa ripetere che la storia d’Italia è costellata di “misteri” e l’affermazione ha un fondo di verità. Ma la parola “mistero” sottintende qualcosa di irrisolvibile, di cui è impossibile venirne a capo con le forze della ragione e dell’intelletto. Già nell’utilizzo del termine è insita la rinuncia del tentativo di fare luce su accadimenti apparentemente inspiegabili. Anche senza volerlo, si finisce per alimentare una confusione terminologica che è funzionale a chi non vuole o non riesce ad arrivare alla verità. Poi, a volte, entrano in gioco anche le divisioni politiche: lo vediamo ad esempio nel caso della strage alla stazione di Bologna, dove una fazione è convinta che sia stata una strage fascista, mentre un’altra indica la pista palestinese che avrebbe goduto di coperture per motivi di realpolitik con il mondo arabo. Se le parole hanno un significato, è meglio chiarire che i misteri appartengono alle religioni e non alle vicende umane. Qui, sulla terra, non esistono misteri, ma solo segreti. E i segreti, volendo, si possono svelare.

I depistaggi, le coperture, le intimidazioni e, talvolta, gli omicidi sono certamente degli ostacoli alla rivelazione dei segreti. Ma i segreti sono sempre custoditi da persone che hanno un nome e un cognome, così come anche coloro che mettono in atto certi comportamenti hanno una identità. Le azioni umane hanno sempre un autore, anche se può essere difficile individuarlo. Le “entità” (come le ha definite Walter Veltroni) che si nascondono dietro le stragi e i misteri italiani, non sono altro che persone in carne e ossa, che vivono in qualche luogo, o vi hanno vissuto, insieme ai loro segreti. Se vi sono la volontà e la capacità, è possibile giungere fino a loro. Talvolta anche dopo anni, quando l’interesse sembra svanito. Le responsabilità possono sempre essere portate alla luce, anche quando sono difficili da scovare. La domanda è perché così spesso non si riesce a diradare la nebbia dietro la quale si nascondono. E forse il mistero è solo questo.


di Andrea Cantadori