martedì 6 ottobre 2020
Con una nota la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici ha espresso la propria contrarietà rispetto a quella parte di un provvedimento della Regione Lazio che prevede la somministrazione e inoculazione dei vaccini antinfluenzali nelle farmacie.
Toni moderati ma decisi quelli adottati dai medici che nel chiedere lo stralcio dei punti contestati e un approfondimento che tenga in considerazione le osservazioni rappresentate, hanno evitato toni polemici e minatori ed hanno evitato altresì di palesare la configurazione del reato di esercizio abusivo della professione medica.
“Chiediamo, come Ente pubblico sussidiario dello Stato che rappresenta la professione medica a tutela della salute dei cittadini, di essere ascoltati, prima di rendere operativa un’ordinanza che riteniamo illegittima”.
Così il presidente della Federazione degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli. Anche la Cisl Medici Lazio e di Roma Capitale/Rieti aveva nei giorni scorsi evidenziato come non fosse concepibile l’esclusione dei medici, unici legittimati a porre in essere atti clinici sul paziente, che non sono mai stati coinvolti su decisioni che riguardano non solo le competenze della professione ma anche la salute stessa dei cittadini.
Anche in questo caso toni decisi ma apertura al dialogo senza alcun riferimento al dispositivo dell'articolo 348 codice penale che detta come “chiunque abusivamente esercita una professione per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni con la multa da euro 10mila a euro 50mila”.
Un crinale però oggettivamente molto ripido e pericoloso se qualcuno dovesse ricorrere in via giudiziaria secondo il citato articolo 348 del codice penale che tutela l’interesse generale a che determinate professioni, in ragione della loro peculiarità e della competenza richiesta per il loro esercizio, siano svolte solo da chi sia provvisto di standard professionali accertati da una speciale abilitazione rilasciata dallo Stato.
La Cisl Medici, nel chiedere il ritiro dell’ordinanza da parte della Regione Lazio e l’utilizzo della rete dei medici di famiglia, dei pediatri di libera scelta, degli specialisti ambulatoriali, dei distretti sanitari e dei dipartimenti di prevenzione delle Asl per ottimizzare l’adesione alla campagna vaccinale antinfluenzale per quanti vorranno usufruirne, ha mandato un segnale di forte disponibilità al dialogo ed al confronto anche ad evitare che il provvedimento si ponga in concreto contrasto con la normativa, che prevede il divieto di cumulo tra la professione di farmacista e quello di altre professioni sanitarie ed esclude la presenza in farmacia del medico, unico soggetto legittimato a sovrintendere alle vaccinazioni, come evidenziato opportunamente dalla Fnomceo.
@vanessaseffer
di Vanessa Seffer