Osservatore Romano ed Enciclica nei giorni bui della Chiesa

lunedì 5 ottobre 2020


L’Osservatore Romano è tornato in edicola con un nuovo formato e più approfondimenti. Aveva interrotto le pubblicazioni cartacee a marzo a causa del lockdown. Nuova grafica, nuovi contenuti, sempre diretto da Andrea Monda, un professore di religione chiamato nel dicembre del 2018 a dirigere il quotidiano della Chiesa da un altro laico, il giornalista ex Rai Paolo Ruffini che era stato nominato da Papa Francesco prefetto del Dicastero vaticano della comunicazione.

Pochi ricordano che la testata era nata nel 1861 da due laici nove anni prima che le truppe di Re Vittorio Emanuele II ponessero fine con la Breccia di Portata superata di corsa dai Bersaglieri dopo le cannonate del 20 settembre.

Il ritorno in edicola è stato fatto coincidere con la festa di San Francesco e con la pubblicazione della Terza Enciclica di Papa Bergoglio, firmata sull’altare della cripta della Basilica inferiore del “poverello d’Assisi”.

Iniziative significative e messaggi chiari. Il testo richiama ad una nuova giustizia sociale. “Siamo fratelli - scrive il Papa - su una sola barca. Nessuno si salva da solo”.

Il titolo “Fratelli tutti” (a parte l’amarezza di alcuni ambienti femminili che avrebbero preferito aggiungerci anche sorelle) è un’indicazione universale e un richiamo al senso di solidarietà e responsabilità. Essere apparsa proprio nel pieno della bufera che coinvolge il Vaticano per le lotte intestine tra alti prelati, per le rivelazioni delle tangenti per l’acquisto del palazzo di Londra, per la scoperta di bonifici in Australia, per l’uso non corretto dell’Obolo di san Pietro e dei conti della Segreteria di Stato ha indotto molti osservatori a pensare ad un tentativo di riacquistare fiducia e credibilità presso i fedeli e la comunità cristiana di tutto il mondo.

Sta emergendo un mondo sotterraneo pieno di inganni, di veleni, d’incapacità nel gestire l’immenso patrimonio immobiliare della Chiesa.

Il ritorno dell’Osservatore in edicola è stato studiato e approvato anche per integrarsi con gli altri media vaticani. Il sistema dei media della Santa Sede ha subito, per iniziativa di Papa Francesco, una rivoluzione che ancora non si è conclusa. Radio Vaticana, oltre a curare in diverse lingue le tele-radiocronache delle iniziative del Papa, trasmette radiogiornali, programmi informativi e di approfondimento, reportage, musica e podcast in 40 lingue. Il portale Vatican News pubblica quotidianamente notizie, interviste e video in 35 lingue, informa sull’attività del Papa e del Vaticano anche attraverso i social media.

L’Osservatore Romano resta quel “singolarissimo giornale” come lo definì Giovanni Battista Montini prima di diventare futuro Paolo VI. Resta anche la possibilità di leggere il giornale online, in formato digitale.

La redazione entra nel Palazzo Pio che era la sede storica della Radio Vaticana con un’organizzazione di scrivanie su base linguistica. È Papa Francesco, osserva il direttore Andrea Monda, che ha scommesso su un giornale cartaceo in un momento in cui la carta stampata è in grande sofferenza. L’Osservatore avrà un’edizione settimanale in inglese, tedesco, francese, spagnolo, portoghese. L’obiettivo è la qualità dell’informazione. Il numero di copie vendute ha poca rilevanza.

A Papa Francesco interessa la diffusione del suo messaggio, tanto da aver rafforzato l’uso di Internet attraverso l’account Twitter Pontifex che era stato avviato da Benedetto XVI cogliendo la necessità di una comunicazione spedita e diretta.


di Sergio Menicucci