La Benemerita

venerdì 24 luglio 2020


È accaduto a Piacenza ma sarebbe potuto accadere ovunque perché quando una comunità è composta da 110mila donne e uomini è possibile che certi fatti accadano. E questi episodi fanno male perché dalle donne e dagli uomini in divisa ti aspetti professionalità, onestà, correttezza e senso delle istituzioni. E ciò prescindere dal colore della divisa che può essere anche grigioverde come quella indossata da chi questa volta ha svolto le indagini e provveduto agli arresti. Colore della divisa che può essere anche bianco come il camice di chi ogni giorno svolge il proprio lavoro in sanità a tutela della nostra salute. Anche tra i camici bianchi ci sono mele marce ma questo non vuol dire che si rende necessario dare fuoco al frutteto. Si tagliano le piante malate, si tagliano i rami secchi ed è giusto che sia così. Ma è ingiusto instillare nell’opinione pubblica il tarlo che l’intera Arma dei Carabinieri sia marcia ed abbia fatto assurgere il malcostume e la tendenza a delinquere di pochi a comportamento di sistema.

Certamente anche episodi caratterizzati da sottrazione di refurtiva e depistaggio delle indagini, come quello per il quale sembra accusato un sottoufficiale in Puglia, pongono la questione morale ad un livello più alto della semplice condotta attribuibile alla responsabilità del singolo. Chi parla di piaga di sistema ha sicuramente il diritto di farlo, e ci mancherebbe altro considerato che certe piaghe e poliennali sofferenze familiari hanno fatto chiarezza sulle umane debolezze che si nascondono sotto la divisa che si avrebbe l’onore di indossare. Però l’Arma ha dimostrato e sta dimostrando di avere al proprio interno anticorpi forti per eradicare il male che può annidarsi al proprio interno. Una comunità di oltre centomila donne e uomini è una comunità dove diviene fondamentale la prevenzione del malaffare al proprio interno e non bastano certo le prove selettive di arruolamento ad identificare ed escludere il potenziale delinquente. Si tratta pur sempre di persone con i propri vizi e le proprie virtù ed il fatto in sé di indossare una gloriosa divisa non li rende immuni da certe debolezze e dal rischio di tentare una scorciatoia pericolosa per raggiungere il sogno di una bella vita. Deve fare riflettere però che a cadere sotto le inchieste non sono soltanto giovani militi ma anche attempati sottoufficiali ed ufficiali dai quali ti aspetti ben altro a motivo del loro vivere quotidiano all’interno delle istituzioni.

Il danno all’immagine dell’Arma dei Carabinieri è fatto e sarà impossibile cancellare dalla mente quella foto che mostra alcuni soggetti sorridenti mentre sventolano banconote. E chissà cosa altro salterà fuori. Sembrava tratta da una fiction. Magari fosse così. Purtroppo è la realtà con la quale l’Arma dovrà confrontarsi ogni volta che la notizia sarà ripresa dai media con l’avanzare delle fasi processuali. Ma dal 13 luglio del 1814 sono passati 206 anni e ci sarà un motivo se è stata soprannominata la Benemerita. Fate pulizia voi che lavorate a viale Romania e il soprannome di Benemerita rimarrà tale nei cuori degli italiani.

@vanessaseffer


di Vanessa Seffer