venerdì 3 luglio 2020
Ora lo ha ammesso anche Lucia Azzolina. La ministra dell’Istruzione del governo giallorosso non nasconde più le difficoltà sul rientro in sicurezza, a settembre, degli studenti. L’applicazione delle misure di distanziamento, commisurata alle disponibilità degli edifici scolastici attualmente in funzione, non consentirà il rientro “sicuro” nei propri istituti per il 15 per cento dei nostri ragazzi.
Un problema drammatico che non si può più tacere. In pratica, gli studenti si ritroveranno, inevitabilmente, ricollocati fisicamente in nuove strutture. Ma il giallo paradossale s’infittisce. Già. Perché dovrà essere garantita la sicurezza anche di queste ulteriori strutture. Il risultato inevitabile è presto detto: un aggravio di spesa di proporzioni ingenti, come evidenziato da uno studio realizzato da Luca Vitale e da Suor Anna Monia Alfieri sul Leoni Blog di ieri.
Gli elementi di valutazione sono sotto gli occhi di tutti. Ad ogni modo, Vitale e Alfieri analizzano le soluzioni che potrebbero consentire di risolvere la situazione in maniera costruttiva. Ma, soprattutto, evitando di gravare sul bilancio pubblico. Ma per ottenere questo prezioso risultato occorrerebbe abbandonare un vecchio pregiudizio italico: l’ostracismo nei confronti della scuola paritaria. Solo in questo modo, garantendo dei patti educativi che vedano scuola pubblica statale e scuola pubblica paritaria come alleate nel rispondere all’esigenza, sempre più pressante, di far ripartire il sistema educativo italiano, si può salvare la scuola italiana, fortemente colpita dagli effetti della pandemia.
A questo proposito, segnaliamo l’interessante sesta puntata de La scuola libera, la rubrica settimanale dell’Istituto Bruno Leoni, curata da Suor Anna Monia Alfieri e dedicata all’approfondimento dei temi della scuola ai tempi del Coronavirus.
di Roberta Moretti