venerdì 19 giugno 2020
Germana scrive alla rubrica “L’Opinione risponde” ([email protected]): “Buongiorno, sta arrivando l’estate e mi sono decisa all’acquisto di 3 climatizzatori da posizionare nella mia abitazione di proprietà. Essendo considerata seconda casa, potrei usufruire dell’ecobonus? Ho sentito parlare di incentivi di rottamazione dei climatizzatori. In cosa consistono?”.
Risponde ai vari quesiti posti dalla lettrice, Luca Bonanni, commercialista: “Riguardo l’acquisto e l’installazione di climatizzatori, il bonus fiscale al 110 per cento previsto dal “Decreto rilancio” (Dl 34/2020) vale anche per l’acquisto di climatizzatori, ma solo per alcuni tipi di impianti e a determinate condizioni. Più precisamente, il bonus è al 110 per cento solo nell’ambito di una sostituzione dell’impianto di riscaldamento esistente con impianti per il riscaldamento, il raffrescamento o per la fornitura di acqua calda sanitaria a pompa di calore, ibridi e geotermici, con abbinamento eventuale ai sistemi fotovoltaici. È previsto il recupero fiscale in 5 anni con possibile cessione o sconto in fattura. I soli interventi ammessi sono quelli in parti comuni di edifici o in edifici unifamiliari. È necessario che l’intervento porti al miglioramento di almeno due classi energetiche, ovvero, se non possibile, il conseguimento della classe energetica più alta, da dimostrare mediante l’attestato di prestazione energetica (Ape), rilasciato da un tecnico abilitato nella forma della dichiarazione asseverata. Sono escluse dal bonus 110 per cento gli edifici familiari diversi dall’abitazione principale, che è quella dove il contribuente dimora abitualmente e ha la residenza anagrafica. Se l’intervento è sulle parti comuni di un edificio residenziale, tuttavia chi possiede un appartamento (anche locato o libero) può beneficiare del bonus del 110 per cento. Se non si rientra in queste condizioni, è comunque possibile fruire dei seguenti bonus base per la nuova installazione di un condizionatore in casa:
1) Il bonus è del 50 per cento per l’acquisto e installazione di condizionatori a pompa di calore, anche a non alta efficienza energetica, con possibile cessione del credito o sconto in fattura.
2) Il bonus ‘mobili’ del 50 per cento in quanto elettrodomestico (almeno in classe energetica A+) destinato a una casa ristrutturata (con relativa detrazione fiscale Irpef), con possibile cessione del credito o sconto in fattura.
3) L’ecobonus al 65 per cento per climatizzatore a pompa di calore ad alta efficienza energetica con recupero in cinque anni, anche in questo caso con possibile cessione del credito o sconto in fattura.
Poiché il “Decreto rilancio” è suscettibile di modifiche prima della conversione in legge e necessita di decreti attuativi per la concreta applicazione delle agevolazioni, è opportuno attendere i provvedimenti definitivi e i chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate. In aggiunta ai predetti bonus edilizi, è previsto l’incentivo “Conto Termico” al 65 per cento per la sostituzione di impianti tradizionali con impianti a pompe di calore, caldaie e apparecchi a biomassa, sistemi ibridi a pompe di calore e impianti solari termici. L’incentivo, da richiedere con apposita domanda in forma di rimborso delle spese sostenute, finanzia inoltre il 50 per cento delle spese per la Diagnosi Energetica e per l’Attestato di prestazione energetica (Ape), ma non è cumulabile con i bonus fiscali Irpef”.
di Federica Pansadoro