giovedì 5 marzo 2020
L’idea di una giornata internazionale dedicata alle donne nacque nel febbraio del 1909, quando gli Stati Uniti, su iniziativa del Partito Socialista Americano, cominciarono a porsi un dilemma: “è necessario istituire un simbolo dell’emancipazione femminile?”. Nel settembre del 1944 l’UDI (Unione Donne in Italia) lavorava per concertare i festeggiamenti per una giornata interamente dedicata alla donna. L’8 marzo fu fortemente voluto dai componenti del PCI, del PSI e del Partito d’Azione, come ricorrenza che rimandasse, anno dopo anno, al sacrificio culturale e politico del genere femminile, nel suo tentativo di autodeterminazione da quello maschile, fortemente radicato all’interno della società occidentale, grazie a secoli di cultura fondata sul patriarcato, retto nel trinomio “Dio, Patria e Famiglia”. Due anni dopo, in occasione della vigilia di quella nuova festa “privata”, la pedagogista Teresa Mattei, l’ex partigiana Teresa Noce e la comunista Rita Montagnara proposero la Mimosa come fiore simbolo di quella giornata, in alternativa ad altri come, ad esempio, la rosa.
La mimosa, pianta acacia, particolarmente resistente, rimanda alla Resistenza (quella della pianta ma anche a quella politica) poiché, anche se bruciata, la pianta spesso rinvigorisce. È anche un simbolo molto utilizzato dagli ambienti liberali e filomassonici, gruppi che sostennero particolarmente sia l’antifascismo che l’emancipazione femminile. Tuttavia la festa rimase solo una commemorazione privata. Negli anni ’50 distribuire le mimose in strada era proibito, perché considerato un atto contro l’ordine pubblico. Le attiviste del movimento femminista italiano compresero da subito l’alto valore simbolico della mimosa, il potente messaggio che, ancora una volta, turbava i delicati nasi dell’ambiente politico, a quel tempo ancora fortemente dominato da uomini conservatori. Fu soltanto nel ’72 che la manifestazione ebbe un rilievo nazionale, appoggiata da gran parte del mondo politico e culturale. L’8 marzo di quell’anno venne celebrata nell’evocativa piazza di campo de’ Fiori (sede della statua di Giordano Bruno) la festa delle donne, alla presenza dell’attrice newyorkese Jane Fonda, ancora oggi impegnata, dopo tanti anni, nell’attivismo politico e sociale. Buona festa a tutte le donne. A voi tutte un pensiero, una mimosa, un bacio sulla mano.
di Danilo Campanella