giovedì 3 ottobre 2019
Lessi da qualche parte che l’affermazione della cantante Madonna fu una scommessa tra due produttori discografici, nel senso che si sosteneva che con i potenti mezzi di allora era possibile prendere una donna comune e la si poteva far diventare una star. Non so quanto ci sia di vero, certamente Madonna è una brava cantante, ma questa storia mi ha fatto pensare a Greta Thunberg, la nostra ecologista di professione che invece di andare a scuola, e tra l’altro studiare scienza ambientale, ci fa la predica di come dobbiamo comportarci per salvare il mondo.
Quando si parla di problematiche ambientali è fondamentale fare una divisione tra cause naturali e cause antropiche. Prendiamo ad esempio il fenomeno del cosiddetto “buco dell’ozono”: questo non è altro che un assottigliamento naturale dell’ozonosfera, dovuto ad una ridistribuzione dello strato di ozono atmosferico per motivi di circolazione globale atmosferica e diversi processi biologici e fotochimici che vanno ad interferire con l’ozono. Il problema è che negli ultimi anni questo assottigliamento è diventato più marcato al di sopra delle regioni polari terrestri. Il motivo è stato ritrovato nei clorofluorocarburi, utilizzati come refrigeranti e propellenti, immessi dall’uomo nell’atmosfera e che avviano delle reazioni ozono-distruttive.
Nel 1987, però, tramite il Protocollo di Montreal si è imposta la riduzione progressiva della produzione di questi inquinanti, fino al loro bando totale. Allora perché ancora oggi parliamo del problema del “buco dell’ozono”? Su questa problematica la scienza comunque è molto divisa, c’è chi fa prevalere le cause naturali del fenomeno e chi quelle umane. Sicuramente non possiamo noi, come Greta stessa, dare una risposta precisa sul ruolo più o meno determinante dell’uomo in questi fenomeni, però possiamo ascoltare la scienza e notare che la politica, dove ha potuto, ha preso provvedimenti su l’eliminazione di alcuni inquinanti, su suggerimento della scienza stessa.
Certamente l’essere umano ha delle responsabilità nelle modifiche ambientali alcune gravi come la plastica o la presenza di clorofluorocarburi, che sono stati messi al bando proprio perché innaturali nell’atmosfera ed aggressivi verso la fascia dell’ozono. Nelle parole della nostra Greta c’è un qualcosa di vecchio vestito di nuovo è cioè la colpevolizzazione dell’uomo, verso l’ambiente come si vuole colpevolizzare l’occidente verso le ex colonie. Ieri questa ideologia messianica si definiva Terzomondismo, oggi potremmo definirlo Ecologismo messianico, che come ogni ideologismo è ascentifico e fatto da precetti etici e banalità che offuscano la conoscenza.
Le contestazioni del 68, nascevano per modificare una società con forti tratti autoritari, ma anche una contestazione al potere dominante da parte di una nuova classe dirigente che avrebbe voluto o dovuto cambiare il mondo, anche qui si incita ad una rottura generazionale, che deresponsabilizza loro e colpevolizza i genitori in modo ideologico di tutti i mali del secolo, dimenticandosi che loro sono i figli di un benessere che con tutte le sue contraddizioni è migliore di ieri.
Il paragone con Madonna è in questa macchina tecnologica che sta dietro a Greta, certamente non discografica ma mediatica e di marketing, in un combinato disposto tra media e social con raffinate tecniche di studio del messaggio. Nel nostro Paese abbiamo due esperienze nefaste di come questo combinato disposto ha distrutto la prima Repubblica, e ha creato il Movimento delle 5 stelle. Queste manifestazioni mondiali organizzate da Greta sul tema ambientale sembrano prove di scena come nel futuro sarà possibile manipolare e distrarre una moltitudine di cittadini in tutto il mondo senza più il collante dei partiti e della politica ma con raffinate campagne mediatiche.
Non so chi ci sia dietro a Greta Thunberg, la quale veicola parole d’ordine di una banalità e di una ovvietà assoluta che sarebbe da idioti non dire che siano giuste, ma sarà la diffidenza che viene dall’esperienza, che mi fa pensare che il messaggio, per quanto giusto, nasconde una visione autoritaria del mondo a cui l’Occidente si dovrebbe piegare, ma la storia ci insegna che la strada per l’inferno è lastricata da tante buone intenzioni.
Lessi da qualche parte che l’affermazione della cantante Madonna fu una scommessa tra due produttori discografici, nel senso che si sosteneva che con i potenti mezzi di allora era possibile prendere una donna comune e la si poteva far diventare una star. Non so quanto ci sia di vero, certamente Madonna è una brava cantante, ma questa storia mi ha fatto pensare a Greta Thunberg, la nostra ecologista di professione che invece di andare a scuola, e tra l’altro studiare scienza ambientale, ci fa la predica di come dobbiamo comportarci per salvare il mondo.
Quando si parla di problematiche ambientali è fondamentale fare una divisione tra cause naturali e cause antropiche. Prendiamo ad esempio il fenomeno del cosiddetto “buco dell’ozono”: questo non è altro che un assottigliamento naturale dell’ozonosfera, dovuto ad una ridistribuzione dello strato di ozono atmosferico per motivi di circolazione globale atmosferica e diversi processi biologici e fotochimici che vanno ad interferire con l’ozono. Il problema è che negli ultimi anni questo assottigliamento è diventato più marcato al di sopra delle regioni polari terrestri. Il motivo è stato ritrovato nei clorofluorocarburi, utilizzati come refrigeranti e propellenti, immessi dall’uomo nell’atmosfera e che avviano delle reazioni ozono-distruttive.
Nel 1987, però, tramite il Protocollo di Montreal si è imposta la riduzione progressiva della produzione di questi inquinanti, fino al loro bando totale. Allora perché ancora oggi parliamo del problema del “buco dell’ozono”? Su questa problematica la scienza comunque è molto divisa, c’è chi fa prevalere le cause naturali del fenomeno e chi quelle umane. Sicuramente non possiamo noi, come Greta stessa, dare una risposta precisa sul ruolo più o meno determinante dell’uomo in questi fenomeni, però possiamo ascoltare la scienza e notare che la politica, dove ha potuto, ha preso provvedimenti su l’eliminazione di alcuni inquinanti, su suggerimento della scienza stessa.
Certamente l’essere umano ha delle responsabilità nelle modifiche ambientali alcune gravi come la plastica o la presenza di clorofluorocarburi, che sono stati messi al bando proprio perché innaturali nell’atmosfera ed aggressivi verso la fascia dell’ozono. Nelle parole della nostra Greta c’è un qualcosa di vecchio vestito di nuovo è cioè la colpevolizzazione dell’uomo, verso l’ambiente come si vuole colpevolizzare l’occidente verso le ex colonie. Ieri questa ideologia messianica si definiva Terzomondismo, oggi potremmo definirlo Ecologismo messianico, che come ogni ideologismo è ascentifico e fatto da precetti etici e banalità che offuscano la conoscenza.
Le contestazioni del 68, nascevano per modificare una società con forti tratti autoritari, ma anche una contestazione al potere dominante da parte di una nuova classe dirigente che avrebbe voluto o dovuto cambiare il mondo, anche qui si incita ad una rottura generazionale, che deresponsabilizza loro e colpevolizza i genitori in modo ideologico di tutti i mali del secolo, dimenticandosi che loro sono i figli di un benessere che con tutte le sue contraddizioni è migliore di ieri.
Il paragone con Madonna è in questa macchina tecnologica che sta dietro a Greta, certamente non discografica ma mediatica e di marketing, in un combinato disposto tra media e social con raffinate tecniche di studio del messaggio. Nel nostro Paese abbiamo due esperienze nefaste di come questo combinato disposto ha distrutto la prima Repubblica, e ha creato il Movimento delle 5 stelle. Queste manifestazioni mondiali organizzate da Greta sul tema ambientale sembrano prove di scena come nel futuro sarà possibile manipolare e distrarre una moltitudine di cittadini in tutto il mondo senza più il collante dei partiti e della politica ma con raffinate campagne mediatiche.
Non so chi ci sia dietro a Greta Thunberg, la quale veicola parole d’ordine di una banalità e di una ovvietà assoluta che sarebbe da idioti non dire che siano giuste, ma sarà la diffidenza che viene dall’esperienza, che mi fa pensare che il messaggio, per quanto giusto, nasconde una visione autoritaria del mondo a cui l’Occidente si dovrebbe piegare, ma la storia ci insegna che la strada per l’inferno è lastricata da tante buone intenzioni.
di Roberto Giuliano