giovedì 19 settembre 2019
È stata inaugurata in via della Lungara la prima “Farmacia di strada” di Roma.
Secondo l’Istat, sono oltre 4 milioni gli italiani che non possono accedere a prestazioni e cure mediche per motivi economici. Tra questi moltissime sono le persone povere che vivono in strada, e proprio per aiutare i più bisognosi la “Farmacia di strada” ha aperto le sue porte presso il centro di accoglienza dei volontari del carcere di Regina Coeli.
L’iniziativa, ideata nel 2018, è stato realizzata grazie alla collaborazione di Medicina solidale, Banco Farmaceutico, Assogenerici, Fofi, Elemosineria vaticana e l’Ateneo di Tor Vergata. Tantissimi attori per un progetto sperimentale che, se porterà i frutti sperati, potrà essere esteso anche in altre città d’Italia, aiutando maggiormente i clochards che spesso non sanno dove andare per farsi curare.
Come spiega bene Stefano Giorgi, ex medico e volontario dell’associazione: “Il 70 per cento delle persone che frequenta questa struttura è senza fissa dimora. Si rivolgono a noi poiché nei pronto soccorso “normali” avrebbero timore di andare e sentirsi respinti perché non in possesso di un tesserino sanitario”.
Al centro di via della Lungara, gli indigenti italiani, ma anche stranieri, vengono accolti per la colazione, per un pasto la sera, per una consulenza giuridica ed ora anche per i farmaci. Quest’ultimi verranno dispensati secondo le prescrizioni mediche rilasciate dagli ambulatori solidali di Imes, sei in tutto, attorno ai quali gravitano approssimativamente quindicimila assistiti. Secondo le stime di Medicina Solidale sono quasi nove mila le confezioni di medicinali che saranno date in dotazione alla farmacia. Analgesici, antipiretici, antipertensivi e gastrointestinali, queste le medicine principali usate per aiutare i più emarginati.
Diciassette le aziende donatrici e trentadue le categorie terapeutiche coperte da questa iniziativa, con un costo complessivo che si aggira intorno agli ottantottomila euro. Una somma importante che permetterà di far partire al meglio il percorso terapeutico promosso dai volontari che animano la struttura, e che pone al centro dell’attenzione i più bisognosi dando loro sia un aiuto medico concreto, sia un ascolto vis à vis essenziale per ridare dignità e coraggio.
di Cristina De Palma