martedì 6 agosto 2019
Propongo ai lettori de “L’Opinione” questo articolo estremamente chiaro, sulla vexata quaestio della “regolarità” massonica. L’autore è l’avvocato tarantino Francesco Guida, studioso di associazionismo laico e saggista di grande spessore (Luigi Pruneti).
La “regolarità massonica”, tormentone per i massoni, rebus per chi non è massone, nasce ad opera della Gran Loggia Unita d’Inghilterra (Glui), sedicente “Madre” della Massoneria mondiale, anche se costituita nel 1813, abbondantemente dopo la fondazione di altre obbedienze massoniche britanniche e continentali. La regolarità in massoneria è un criterio fortemente soggettivo, ma sostanzialmente può dividersi in due filoni: quello inglese, rispondente ai dettami degli otto “Principi Basilari” pubblicati dalla Glui nel 1929, e quello liberale, rispondente ai principi contenuti nelle Costituzioni di James Anderson nella versione del 1723. I primi esigono, in particolare, la credenza nel Grande Architetto dell’Universo, inteso come Dio personale e della sua verità rivelata; l’esclusione delle donne, l’interdizione di discussioni politiche o religiose, la giurisdizione territoriale esclusiva, l’indipendenza da altra autorità, l’interdizione dei rapporti con obbedienza non regolari. I secondi, invece, esigono fedeltà alla tradizione dei principi di libertà, tolleranza, universalità, amore fraterno, legalità, cui si aggiunse quello di uguaglianza dopo i fermenti rivoluzionari francesi. Altre speculazioni aggiungono ulteriori criteri, come quello dell’immortalità dell’anima.
La prassi ha dimostrato come attualmente il modello inglese sia fortemente in crisi per le contraddizioni che si trascina. Il divieto di ammissione delle donne vacilla dopo la storica decisione della Glui di ammettere persone transgender, considerato da vari osservatori la vigilia dell’ammissione femminile; la giurisdizione territoriale esclusiva non è stata applicata in paesi come gli Usa con le grandi logge “caucasiche” e quelle “black” delle grandi logge Prince Hall, la Grecia, il Libano e Singapore, ove esistono più obbedienze riconosciute da grandi logge regolari; l’indipendenza pare latitare nella Gran Loggia di Svezia dove uno dei requisiti per l’ammissione è l’appartenenza alla Chiesa Nazionale Svedese ed è diretta, come anche le grandi logge di Norvegia e Danimarca, da un Supremo Consiglio degli Alti Gradi. Di conseguenza, il forte calo delle adesioni nella massoneria regolare, dove nel 2016 il totale degli aderenti in settanta obbedienze è stato di appena 1.677.000. Nelle massonerie liberali o adogmatiche, costituite anche da obbedienze femminili e miste, si registra, invece, un rigoglio in tutto il mondo, specie nelle massonerie latine e slave, per cui basta scorrere internet per apprezzarne le articolazioni a misura di ogni sensibilità.
di Francesco Guida