La rabbia dello zombie

venerdì 10 maggio 2019


Ogni epoca ha vissuto momenti “oscurantisti”, in cui l’uomo ha manifestato le sue più intime paure di fronte all’inevitabile progresso evolutivo. Così, se il Medioevo visse secoli bui e se pure la Controriforma giunse persino a condannare l’evoluzione scientifica, civile e culturale, un buio esempio ci è stato dato – in tempi più recenti – dalla Cina: che, vietando l’uso di Wikipedia, volle tenere quella popolazione “sconnessa” con il resto del mondo, permanendo nell’ignoranza totale.

Questi periodi, guarda caso, sono sempre stati assai forti nelle fasi di transizione da un momento (storico, economico, politico, o religioso) a un altro. È il periodo che stiamo attraversando.

Se la Cina (nel vicino 1978) deteneva meno dell’1 per cento del commercio mondiale e oggi essa è diventata il principale protagonista della globalizzazione mercantile hi-tech, al punto da sopravanzare gli stessi Usa, vuol dire che qualcosa cambia…

Se la classe media, che è stata il principale accessorio del motore consumistico nelle economie occidentali, si dibatte – annichilito – nei pressi di un burrone dov’è precipitato, senza che adeguate politiche fiscali siano in grado di rimetterlo in piedi, allora qualcosa è cambiato.

Se il baricentro della economia globale, che - una volta - gravitava nei pressi dell’Oceano Atlantico, si è spostato verso le parti asiatiche del Pacifico, vuol dire…

Vivere dentro una “epoca delle diversità”, soprattutto in campo economico e comunitario civile, non dovrebbe assolutamente sorprendere noi italiani che della logica del “miscuglio” siamo sempre stati grandi maestri esportatori. Infatti siamo stati forse il principale protagonista dell’“imbastardimento” (che brutta parola, ma è la pura verità) mondiale di popoli, culture, arti, mode, perfino piatti e tecniche economiche.

Oggi, soprattutto noi appariamo del tutto arroccati su di un egoismo, sovranista e pasticcione, che è l’esatto opposto di una cultura liberale con la “L” maiuscola: dove tutti i diritti individuali possono pienamente esplicarsi entro una pubblica autorità superiore capace di difendere l’esplicazione piena e libera del diritto personale.

Però se pure la sindaca di Roma (che pure di liberale ha poco) è stata quasi malmenata perché – in quanto massima espressione di potere locale – ha difeso il diritto di una famiglia italiana (pur di Dna rom) ad avere una abitazione regolarmente bandita, vuol dire che siamo ormai proprio nel pieno dell’oscurantismo civile e civico. Forse, allora, la stessa natura della nostra democrazia rappresentativa va ripensata.

Aristotele disse, in un tempo lontano, che nessuna città può essere conquistata – ad opera di un tiranno – solo facendo leva sulla povertà e sulla fame, ma che, semmai, vince chi è più ricco ed ha più armamenti: però non mi pare che la “rabbia dello zombie” possa garantire a tutti noi un domani migliore.


di Sante Perticaro