venerdì 8 febbraio 2019
Woody Allen fa causa ad Amazon. Il cineasta newyorkese chiede 68 milioni di dollari di danni. Il motivo? È noto. La società presieduta da Jeff Bezos ha deciso di non distribuire l’ultimo film dell’attore e regista, “A Rainy Day in New York”, interpretato da Selena Gomez e Timothee Chalamet. Secondo Allen, gli Studios avrebbero usato, come pretesto, le accuse di molestie nei confronti della figlia Dylan Farrow, relative al 1992. “Amazon – si legge nella causa depositata in tribunale, a New York – ha cercato di giustificare la sua azione facendo riferimento ad accuse senza fondamento di 25 anni fa contro il signor Allen. Ma le accuse erano già ben conosciute ad Amazon (e al pubblico) prima che Amazon concludesse quattro accordi distinti con il signor Allen e, in ogni caso, non forniscono un motivo ad Amazon per mettere fine al contratto”.
Secondo John Quinn, legale di Allen, “quella di Amazon si chiama arroganza o miopia. Ma è chiaro che non è un comportamento accettabile”. Dylan Farrow, figlia adottiva di Woody e Mia Farrow, da anni sostiene di essere stata molestata dal regista. Ma le accuse sono sempre state smentite. Il caso è assurto nuovamente agli onori della cronaca per via del Movimento #MeToo, impegnato a sostenere le vittime di abusi. Lo scorso giugno Amazon Studios comunica ad Allen la decisione di rompere il contratto. L’accordo prevedeva il pagamento di un minimo garantito di 9 milioni di dollari a film, con una distribuzione in tutti i cinema dei maggiori mercati statunitensi per 90 giorni, su un minimo di 500 schermi. Di più. Amazon avrebbe dovuto pagare alla casa di produzione di Allen, la Gravier Productions, un minimo garantito a film tra i 25 e i 27,5 milioni di dollari.
di Eugenio De Bartolis