mercoledì 20 settembre 2017
Editoria e informazione alla ripresa autunnale, dopo un pessimo luglio, nel corso del quale sono crollati gli investimenti pubblicitari: meno 7,3 per cento. Il crollo è attenuato se si analizzato i primi sette mesi dell’anno, quando la flessione è stata contenuta intorno all’1,2 per cento. In sostanza, male tutti i media ad eccezione della radio.
Per quanto riguarda, invece, la classifica dei 15 quotidiani più diffusi (carta più digitale), secondo i dati elaborati dall’Ads (Accertamenti diffusione stampa), si ricava che “Corriere della Sera”, “la Repubblica” e “La Stampa” sono rimasti stabili. In calo “Il Sole 24 Ore” di Confindustria, che ha registrato alcune situazioni critiche di ricapitalizzazione e di direzione. Bene i giornali sportivi: “La Gazzetta dello Sport”, il “Corriere dello Sport” e “Tuttosport”, trainati soprattutto dalle edizioni del lunedì e dalle grandi prestazioni di Federica Pellegrini, Gregorio Paltrinieri e Luca Dotto, atleti azzurri del nuoto, di Vincenzo Nibali e Fabio Aru, campioni del ciclismo, degli Europei di calcio, delle buone prove delle due formazioni di pallavolo e del basket, delle ragazze della ginnastica e della scherma.
Secondo le valutazioni di Alberto Dal Sasso, dell’agenzia Nielsen, il mese di luglio ha chiuso in flessione, come previsto, per motivi di dipendenza dagli eventi mediatici trainanti che si concentrano nei periodi estivi degli anni pari. “Il calo, tuttavia, - ha detto Dal Sasso - è stato più significativo di quanto potessimo aspettarci”.
Quadro negativo anche per la televisione. Gli ascolti hanno chiuso i primi sette mesi dell’anno con un calo del 3,4 per cento, causato dal tonfo di luglio, che ha fatto registrare un meno 17,6 per cento. Per quanto riguarda gli investimenti, l’osservazione dei settori merceologici indica che si sono fermati quelli del settore automobilistico, dopo quattro mesi di crescita, continua l’andamento negativo per le telecomunicazioni, gli alimentari e la distribuzione. Crescono nei settori dei farmaceutici, negli elettrodomestici e informatica.
Sulla base delle stime realizzate dalla Nielsen, la raccolta dell’intero universo del web chiude in positivo. I recenti dati Istat sulla crescita della produzione industriale indicano che il mercato della comunicazione presenta una fase di recupero, seppure contenuta, nel medio periodo. I riflettori sono puntati sui dati di settembre e di quelli degli ultimi tre mesi dell’anno, anche in vista delle elezioni politiche del 2018, che influenzeranno il sistema Paese, già a partire dall’autunno, con riflessi anche sulla pubblicità.
Altro elemento rilevato nel mondo della comunicazione è che più di 30 milioni di italiani sono stati connessi a giugno via Internet, navigando principalmente negli operatori del “mobile “. In sostanza, tre italiani su quattro hanno uno smartphone con un sistema operativo Android. Basta osservare i vicini durante un trasferimento in autobus, in metropolitana, in treno per accorgersi di quanti usano il telefonino per gli usi più vari. Il pericolo deriva anche dal fatto di usarli mentre si guida o si attraversa la strada.
Ecco i numeri dei quindici quotidiani più diffusi dai quali risulta che i lettori italiani sono tra gli ultimi in Europa e nel mondo.
Al primo posto a luglio 2017 c’è sempre il “Corriere della Sera”, con 310.408 copie con uno 0,7 in più rispetto a giugno. Notevole il distacco con “la Repubblica”, che registra 229.450 copie, più o meno pari al mese precedente. Al terzo posto si piazza “La Gazzetta dello Sport”, con 206.108 copie e con un incremento del 13,6 su giugno. Si scende sotto le duecentomila copie con il quarto quotidiano, “La Stampa”, con 175.867, che non sembra aver usufruito della fusione nel nuovo gruppo editoriale Gedi (De Benedetti-Agnelli).
In calo il quotidiano economico della Confindustria. “Il Sole 24 Ore”, con 167.825 copie perde il 2 per cento. Distanziato il sesto giornale in classifica, “Il Messaggero”, dell’editore Caltagirone, con 119.962 copie e un incremento del 4,12 per cento. Poco sopra le 100mila copie si collocano il quotidiano dei Vescovi e il giornale sportivo di piazza Indipendenza.
“L’Avvenire” ha fatto registrare 105.769 copie, con un crollo del 7,75 per cento e il “Corriere dello Sport” del direttore Alessandro Vocalelli, con 105.627 copie, ha ottenuto un incremento vicino al 6 per cento. Reggono bene “Il Resto del Carlino”, nella fascia Bologna-Adriatico, con 102.285 e un incremento del quasi 2 per cento e l’altro giornale del gruppo Riffeser, “La Nazione” di Firenze, che con 74.945 copie, cresce oltre il 2 per cento.
Dall’undicesimo giornale in classifica si va ai numeri bassi. “Tuttosport” di Torino registra 68.131 copie, con un grosso balzo del 9,43 per cento su giugno, “Il Giornale” si mantiene costante sulle 62.686 copie, come “Il Gazzettino” di Venezia, attestato sulle 60.865 copie quotidiane. Tra i giornali considerati di provincia del gruppo “Repubblica-L’Espresso” si registra un incremento del 5 per cento per “L’Unione Sarda”, con 48.019 copie.
C’era curiosità per verificare l’impatto con i lettori del giornale diretto da Marco Travaglio. “Il Fatto Quotidiano” ha avuto un incremento a luglio dell’1,13 per cento, per 47.654 copie. I dati Nielsen, pubblicati l’11 settembre, riservano poi alcuni elementi interessanti per quanto riguarda l’uso dei media sul web e in particolare sui telefonini. Altro quadro di riferimento è rappresentato dai dati sui settimanali, con la battaglia delle vendite vinta dal gruppo Cairo con “Di Più”, che ha fatto registrare 758mila copie sul tradizionale “Sorrisi e canzoni Tv”, fermo a 671mila. Scontro anche per i settimanali femminili e quelli delle televisioni. Per i politici “L’Espresso” ha fatto registrare 402mila copie, “Famiglia Cristiana” 318mila, “Panorama”, 210mila.
di Sergio Menicucci