Attualità dei frammenti di teologia politica di Don Gianni Baget Bozzo

martedì 23 dicembre 2025


Nel volume dal titolo Verità dimenticate del 2005 Don Gianni Baget Bozzo scriveva che “solo la fede può consentire di guardare all’esperienza del nulla come fondamento dell’esistere e come proprietà radicale della vita; solo la fede, cioè, può comprendere il nulla come il termine di un atto divino di fondazione, il nulla come la casa dell’essere, il vuoto che attende un pieno, la domanda che sa una risposta”. Nelle parole del noto politologo cattolico genovese emergono almeno tre dati fondamentali per la comprensione dei tempi attuali: la dialettica tra l’essere e il nulla; il superamento di tale dialettica; la riscoperta dell’ontologia come esito irrinunciabile della meontologia. Il tempo presente, infatti, per la cultura occidentale è un tempo di nullificazione, come già aveva annunciato Friedrich Nietzsche. Non a caso il nichilismo tutto divora e tutto fagocita: l’arte, il diritto, la politica, con la conseguente nullificazione del bello, del giusto e del bene. L’Occidente già da diversi decenni, e soprattutto in questo primo scorcio di XXI secolo, sembra ormai schiacciato sotto l’insostenibile leggerezza del nulla, della nientificazione che annulla l’identità sessuale nella fluidità genderista, che risolve il diritto alla vita nel diritto alla morte, che piega l’umanitarismo alle istanze più antiumane e che sovverte la normatività della natura – e dell’essere – nella natura della normatività.

Baget Bozzo, tuttavia, ha chiarito come proprio da questa immane forza demolitrice scaturisce – come ginestra su una colata lavica – l’insopprimibile necessità di riconoscere la verità dell’essere. Il nulla, insomma, per quanto espanso e rapido nella sua azione, non riuscirà mai a prevalere, ad avere la meglio, a pronunciare l’ultima parola, e questo grazie all’opera universale e immortale del cristianesimo. Baget Bozzo, infatti, ha ribadito come l’apice della potenza tecnica umana è allo stesso tempo rivelatrice di ciò che l’uomo è, ma anche del nulla come espressione del non essere, ed è proprio in questo frangente che – per contrasto – maggiore riluce l’incancellabile verità dell’essere. Solo il cristianesimo – pur nella crisi delle chiese – prosegue Baget Bozzo costituisce il fondamento salvifico per l’essere e per l’umano, non soltanto in chiave metastorica ed escatologica, ma anche intra-storica e politica, poiché – scrive esplicitamente il sacerdote genovese – “il futuro dell’uomo non è – fortunatamente – nella disponibilità dell’uomo”.

Monito quanto mai profetico e attuale non soltanto nell’era delle biotecnologie e dei desideri trasformati in diritti, ma specialmente nell’epoca del messianismo digitale che attribuisce all’avvento dell’Intelligenza artificiale ogni possibilità di risoluzione dell’incomoda sofferenza umana quotidiana. La nientificazione nichilistica dell’epoca tecnologica moderna, insomma, è atto di negazione della creazione che pur nella creazione si inscrive, poiché non è possibile un nulla che non implichi l’essere di cui vuol pretendersi come negazione. In fondo è proprio in questa illimitata fiducia nei confronti dei prodotti tecnici della ragione che si può e si deve individuare la fine paradossale e inesorabile del razionalismo moderno quale forma più astratta di metafisica anti-metafisica. Il cristianesimo, insomma, perimetrando anche i limiti della ragione riconduce l’uomo all’essere e dunque l’esistere razionale entro i limiti della semplice ontologia. In questa direzione si può concludere ritenendo, con le riflessioni di chiusura ancora attualissime dello stesso Baget Bozzo, che “non esiste alternativa all’essere che è un atto di Dio: è Dio che si manifesta sotto l’ombra del nulla ma rimane Dio”.

(*) Verità dimenticate. Vita eterna, anima, escatologia Copertina flessibile di Gianni Baget Bozzo, Editore Ancora 2005, 146 pagine 9,20 euro


di Aldo Rocco Vitale