mercoledì 17 dicembre 2025
La Commissione Europea apre alle auto con motore a combustione interna. Nella proposta presentata il 16 dicembre – che ora dovrà essere negoziata tra Parlamento e Consiglio – le case automobilistiche non dovranno più azzerare le emissioni entro il 2035, ma ridurle del 90 per cento.
Tra le voci critiche emerge quella di Bas Eickhout, co-presidente dei Verdi al Parlamento Europeo, che si è detto categoricamente contrario a qualsiasi forma di flessibilità rispetto agli obiettivi sul passaggio all’elettrico.
Al contrario, Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, ha paragonato la nuova posizione della Commissione a “una breccia nel muro dell’ideologia” che, però, ora “va abbattuto”. Con queste parole, Urso ha espresso la necessità di ridisegnare la politica energetica dell’Europa mettendo al centro “la tutela delle imprese”.
Il bando totale alla vendita in Europa di macchine a benzina e diesel entro il 2035 è stato una delle decisioni più divisive nell’ambito della politica climatica europea, come ha dimostrato la società di ricerca Polling Europe. Il 58 per cento degli intervistati, infatti, si è dichiarato contrario alla misura a causa di “costi elevati, scarsa autonomia e difficoltà di ricarica delle auto elettriche”. La proposta della Commissione, quindi, si inserisce in un contesto di crescente distacco dell’opinione pubblica dalla narrazione allarmista che ha caratterizzato il dibattito sul cambiamento climatico negli ultimi anni. Lo scetticismo verso un futuro esclusivamente elettrico è sempre più diffuso anche tra i grandi gruppi industriali, soprattutto nel settore automobilistico.
Il 4 dicembre, il Ceo di Stellantis Antonio Filosa l’ha detto chiaramente alla Goldman Sachs Industrials & Autos Week ad Amsterdam. Nel suo intervento, l’amministratore delegato ha comunicato che Stellantis sta aggiornando le previsioni sulle vendite di auto elettriche. Le precedenti stime interne, ha spiegato Filosa, ipotizzavano che entro il 2030 metà dei veicoli in commercio sarebbero stati elettrici, mentre oggi il mercato è ancora fermo “sotto il 6 per cento”. Infine, Filosa ha invitato i decisori europei ad alleggerire gli standard sulle emissioni, portando come esempio l’amministrazione Trump.
La proposta della Commissione Europea di eliminare il bando alla vendita di auto a motore termico non ha ancora le dimensioni di un cambio di rotta nella politica energetica, ma mette in discussione l’approccio rigido e sempre più impopolare che ha caratterizzato a lungo il dibattito sul clima.
Ora per l’Europa, stretta tra l’America che allenta le regole verdi e l’opinione pubblica stanca di bollette esose mentre il costo della vita aumenta, l’obiettivo deve essere una politica climatica equilibrata. Questo significa concordare una strategia energetica che non sacrifichi né la competitività industriale, né l’accesso all’energia a prezzi sostenibili. Superare la retorica della catastrofe è un passo decisivo per considerare energia, clima e sviluppo come temi connessi tra loro e accettare la logica del compromesso.
di Riccardo Cantadori