mercoledì 17 dicembre 2025
Serial Griller
Non sono morto di fame, ma neppure milionario. Quindi, con John Elkann, a parte Lapo, il nome del fratello e mio, non ho nulla a che fare. Peraltro, non acquisto più auto Fiat dall’850 coupé del 1966. Tuttavia, adesso, chiedo spiegazioni ai signori togati che hanno richiesto per John l’imputazione coatta. La Fiat teneva, proprio come mia nonna sotto il materasso, pacchi di carta moneta sotto il pavimento. A differenza della nonna, che nascondeva i quattro soldi per il corredo della figlia, Gianni Agnelli celava molti miliardi di lire di ignota origine e destinazione. Quando osai rammentarlo in un’intervista alla Rai, mi silenziarono di botto. Era la stagione di Tangentopoli e fior di gentiluomini si suicidarono o furono uccisi, con grande soddisfazione della casta togata, dal tumore da stress giudiziario. Ebbene, il nonno di John, l’avvocato Gianni Agnelli dagli esimi magistrati del pool di mani puliti non fu neppure disturbato con la richiesta di prendere un cappuccino al bar della Procura di Milano. Che fosse cocainomane oppure padrone dei giornali che glorificavano il forcaiolismo di quel periodo lo esentava a priori dalle inchieste? Ai posteri l’ovvia sentenza, ma, intanto, viene da pensare che anche il sorprendente accanimento su John Elkann, proprio ora che si libera dei quotidiani già forcaioli e sinistri, fornisca altri suggerimenti al fronte del “Sì” al referendum sulla giustizia.
di Lapo Levil