Demoastenia

martedì 25 novembre 2025


Le elezioni regionali in Veneto, Campania e Puglia sono andate come ci si aspettava: il Veneto al centrodestra, la Campania e la Puglia al centrosinistra. Ha premiato il buon Governo di Luca Zaia, tanto col risultato del suo partito, la Lega, altrove in caduta libera col duo Matteo Salvini-Roberto Vannacci, e qui alle stelle, primo nella coalizione, in un testa a testa con Fratelli d’Italia. Campania e Puglia si rilevano regioni meridionali sinistrate. Personalmente, in Campania, piuttosto che Roberto Fico avrei preferito la sua signora. Il Veneto ha dovuto a forza sostituire Luca Zaia, in quanto è scaduto il suo terzo mandato. Lo ha fatto col premiare un trentatreenne, diplomato al liceo del paese nativo, Camposampiero, col massimo dei voti e laureato in giurisprudenza, facoltà durissima nell’Università di Padova, con centodieci e lode; già sindaco del paese in cui vive, Borgoricco.

Parlamentare di provata competenza come membro della Commissione Affari costituzionali, della Presidenza del consiglio e interni. Alberto Stefani, questo è il suo nome, è oggi il presidente di Regione più giovane nella storia d’Italia. Regione che ha ringraziato anche Zaia con l’eleggerlo in ogni collegio in cui s’è presentato. Deciderà la Corte d’appello veneziana di quale rappresenterà gli elettori. Allora, tutto bene? No. In tutte le elezioni regionali ha votato una percentuale molto bassa di elettori. Se democrazia è parola greca e vuol dire forza del popolo, con queste percentuali bisogna parlare di demoastenia! Di chi è la colpa? Delle opposizioni che, in quanto a programmi e proposte, non rappresentano nulla. Solo la maggioranza al governo ha una politica, estera e interna. Ciò rafforza il peso della nazione nel globo terrestre, ma non alimenta il confronto all’interno nello Stivale.


di Riccardo Scarpa