martedì 25 novembre 2025
Dopo le Regionali va in scena, nuovamente, il dibattito sulla legge elettorale. Come scrive Augusto Minzolini sul Giornale, “proiettando i numeri di oggi con l’attuale sistema di voto, non sarebbe garantita la stabilità di Governo ma potrebbero uscire solo maggioranze striminzite, o ancora diverse tra Camera e Senato, o addirittura chi sta nel mezzo potrebbe diventare l’ago della bilancia come in una lotteria (Carlo Calenda). Si vedrà. Come sarà necessario capire in un quadro internazionale sempre più buio come sarà possibile tenere insieme due coalizioni divise al proprio interno sulla politica estera (Ucraina)”. Secondo l’ex direttore del Tg1, “i baricentri delle due coalizioni sono spostati su posizioni radicali che spesso sono ridimensionate nei risultati elettorali. Un esempio per tutti: in Campania la somma delle liste moderate (Casa riformista e Avanti Campania-Psi) fa il 10 per cento superando la lista ufficiale dei 5 stelle; e sull’altro versante, Forza Italia contende il primato nel centrodestra in Campania. Sarebbe lecito chiedersi se il fatto che i due schieramenti investano principalmente sugli elettorati identitari sia la vera causa per cui alla fine non riescano a portare alle urne neppure la metà degli aventi diritto al voto. Come pure all’interno delle due coalizioni i partiti egemoni restano Fratelli d’Italia e il Pd. Ragion per cui l’ipotesi più probabile è che saranno le leader dei due partiti a contendersi fra un anno e mezzo Palazzo Chigi”.
Intanto, Forza Italia esce allo scoperto. Il portavoce Raffaele Nevi, ad Affaritliani.it si dice “favorevole a costruire un sistema che dia stabilità. Penso al proporzionale ma con premio di maggioranza per evitare papocchi dopo il voto visto che in Italia governare con questa sinistra sarebbe impossibile. Serve un sistema che consenta ai cittadini di scegliere da chi essere governati”. Alla domanda se Forza Italia sia d’accordo a introdurre, come vorrebbe Fratelli d’Italia, il nome del candidato premier sulla scheda elettorale, il portavoce nazionale risponde: “Noi siamo affezionati al metodo attuale e cioè chi prende più voti va a fare il presidente del Consiglio. Un sistema che aumenta il tiraggio di tutti i partiti del centrodestra. Senza drammi e problemi ci sarà una discussione nella maggioranza e auspichiamo che si possa scrivere la legge elettorale insieme a una parte o a tutta l’opposizione”. Altri cinque anni dal 2027 al 2032 con Giorgia Meloni premier Forza Italia li accetterebbe? “Ci mancherebbe altro, assolutamente sì. Siamo convinti che dopo le prossime politiche governeremo insieme per altri cinque anni”. Frattanto, Elly Schlein, in conferenza stampa al Nazareno, sostiene che “i contatti” con Giorgia Meloni sulla legge elettorale non ci siano stati. Alla segretaria del Partito democratico “sembra strano che la destra abbia il tempo di aprire un dibattito sulla legge elettorale, mentre ancora non ha spiegato come correggere una pessima legge di bilancio. Non ci interessa discutere le priorità di Meloni ma quelle degli italiani, che non sono la legge elettorale, ma il bilancio”.
di Manlio Fusani