martedì 25 novembre 2025
E così sia, la Puglia ha un nuovo Re. Anzi, un nuovo Presidente della Regione: il “sindaco stra-vincente” Antonio Decaro, che ha sbaragliato il candidato del centrodestra, Luigi Lobuono, con una valanga di consensi. Un risultato strabordante? Sì, sulla carta. Decaro si porta a casa ben oltre il doppio delle preferenze di Lobuono (secondo le proiezioni, oltre il 66 per cento contro circa il 32 per cento), cementando la Puglia come una roccaforte del centrosinistra... o, per meglio dire, del “campo largo” che ora include anche un Movimento 5 Stelle in saldo. Ma ora, mettiamo da parte i festeggiamenti e prepariamoci a un colpo di scena degno di una serie Tv distopica: la vera vincitrice di queste elezioni è stata l’astensione.
LA DEBACLE DELLA DEMOCRAZIA (PUGLIESE)
Il dato drammatico è che meno di un pugliese su due si è degnato di andare alle urne. L’affluenza si è fermata intorno al 41,9 per cento (un crollo di oltre 14 punti rispetto al 2020), il che significa che il nuovo presidente, per quanto acclamato, è in realtà il presidente del 40 per cento circa dei pugliesi votanti, che a loro volta rappresentano una minoranza degli aventi diritto. Un trionfo, certo, ma con un asterisco grande quanto il Gargano. Questo massiccio disinteresse, o forse, in una lettura più polemica, protesta e ribellione contro un sistema che non convince più nessuno, è il vero messaggio da incorniciare. Un segnale desolante per la democrazia, ma che grida forte: “Non ci rappresentate, e ve lo facciamo notare restando a casa!”
DECARO: L’ASSESSORE AL TRAFFICO E IL TRAMPOLINO DI LANCIO
Ma chi è questo Antonio Decaro che, dopo una decennale e acclamata esperienza da sindaco di Bari e presidente dell’Anci, si siede sullo scranno più alto della Regione? Decaro, ingegnere civile, inizia il suo percorso politico nel 2004, quando l’allora sindaco di Bari Michele Emiliano lo chiama come assessore alla mobilità e al traffico, un ruolo che gli valse anche premi per la mobilità ciclistica. Memorabile (e controversa) è la vicenda raccontata dallo stesso Emiliano di quando Decaro fu minacciato per la sua azione sulla Ztl a Bari Vecchia: Emiliano, in una mossa degna de Il Padrino in salsa pugliese, disse di aver “affidato” l’assessore alla sorella di un boss per risolvere la situazione. Un episodio che, al di là della veridicità e delle interpretazioni, dipinge il quadro di una politica pugliese a tratti... folkloristica.
La sua carriera è una scalata inarrestabile: deputato, sindaco, presidente Anci, europarlamentare (e presidente di una commissione importantissima) e ora, Presidente della Regione. È un percorso? Molti, compreso il Corriere della Sera, ne sono convinti. La Puglia è solo una tappa, un trampolino di lancio verso traguardi più ambiziosi, magari la successione a Elly Schlein? La sua vittoria monstre gli conferisce un peso politico nazionale indiscutibile. La Puglia è la sua base, non la sua destinazione finale.
IL DIKTAT A EMILIANO: CHI NON MUORE SI RIVOTA... FORSE NO
A proposito di Michele Emiliano, il presidente uscente che non poteva ricandidarsi, ha tentato un rientro in Consiglio regionale con la lista Pd. Una mossa da vero attaccabrighe politico, subito stoppata dall’esigente Decaro. Pare che il neopresidente, volendo marcare una netta discontinuità e disintossicare l’immagine dalla “ombra lunga” del predecessore, abbia posto un veto sulla candidatura. Emiliano, con la nota “generosità” (e una punta di veleno), ha fatto un passo indietro, indicando un altro candidato. Questo episodio dimostra chiaramente chi comanda ora: il Re è morto, viva il Re. E il nuovo Re non vuole fantasmi (troppo) ingombranti a palazzo.
IL CENTRODESTRA: FRANTUMATO E SENZA PACE
Dall’altra parte, il centrodestra esce con le ossa non solo rotte, ma frantumate da 21 anni di sconfitte regionali in Puglia. La candidatura di Luigi Lobuono non è stata sufficiente a scalfire la Roccia Decaro. Fratelli d’Italia, pur attestandosi intorno al 20 per cento (la prima forza della coalizione), non basta. L’elettorato di centrodestra è in piena delusione e chiede la testa dei coordinatori regionali. Il grido di battaglia è sempre lo stesso: sempre le stesse figure candidate che non cambiano mai, causando stanchezza e diserzione dalle urne. Un auto-sabotaggio continuo, insomma.
COSA RESTA: LA SANITÀ E L’ECLISSE
Queste elezioni regionali, al netto dei numeri e delle ambizioni da Stairway to Heaven di Decaro, lasciano un unico, amaro sapore in bocca: la sanità pugliese. È il tema in assoluto più preoccupante per i cittadini, eppure, tra proclami e veti incrociati, la priorità sembrava essere il posizionamento dei pezzi grossi sulla scacchiera. L’eclisse delle liste d’attesa, il dramma degli ospedali, i disservizi: tutto questo resta una priorità... solo nelle inchieste di Report. Il nuovo presidente ha la sua vittoria schiacciante e un futuro politico che sembra già scritto altrove. La Puglia ha la sua astensione schiacciante e, con essa, l’interrogativo sul fatto che le cose, alla fine, cambieranno davvero. O se Decaro sarà solo un breve, brillante capitolo di transito.
di Alessandro Cucciolla