venerdì 21 novembre 2025
“Amareggiato perché erano chiacchiere tra amici, il presidente Sergio Mattarella mi ha rassicurato”. Proviamo ad immaginare quale reazione avrebbero avuto le opposizioni di sinistra, di ultra sinistra e le penne rosse a loro servizio permanente ed effettivo, se un consulente importante del governo di centrodestra avesse detto in una cena con amici parole che avessero riguardato la presidenza della Repubblica. Si sarebbe scatenato il finimondo. Di sicuro qualcuno avrebbe fatto un esposto in procura per perseguire il reato di “offesa all’onore o al prestigio del presidente della Repubblica (ex articolo 278 del codice penale) o per “attentato agli organi costituzionali (ex articolo 289 del codice penale). Siccome lo scoop del quotidiano La Verità è stato confermato dal consulente del Quirinale, la parola d’ordine per tutti, giornalisti schierati e politici dell’opposizione, è sminuire il fatto!
È una strana democrazia la nostra. È l’unica Costituzione al mondo che prevede un mandato settennale per il presidente della Repubblica, con possibilità di essere rieletto. Due anni in più della durata di una legislatura che è fissata in 5 anni. Praticamente un Parlamento che può avere una maggioranza diversa da quella che lo ha eletto. L’attuale capo dello Stato, che è stato eletto per un secondo mandato resterà in carica fino a febbraio del 2029, ovvero per 14 anni. È un monarca di fatto, in quanto i poteri che gli sono stati assegnati dalla Costituzione (che non è la più bella del mondo) hanno mutuato quelli del re. Per incanto, dopo l’elezione, il presidente della Repubblica diventa super partes, garante della Costituzione e rappresenta l’unità nazionale. Non rilevano i suoi trascorsi politici di partito (partes) e quindi diventa l’arbitro.
Tuttavia, quando un presidente della Repubblica è espressione di una maggioranza di sinistra e si avvale di consulenti, tutti riconducibili alla medesima parte politica che lo ha eletto, qualche dubbio sulla sua assoluta imparzialità può essere lecita? È come se in una partita di calcio (il riferimento è voluto) l’arbitro, i guardalinee ed il quarto uomo fossero tifosi di una delle squadre in campo. Cresce il dubbio quando uno dei guardalinee, fuori dal campo di gioco, “in una cena tra amici” rende palese, prima della partita, la sua fede calcistica e afferma che occorre creare le condizioni per far vincere la propria squadra. Francesco Saverio Garofani è stato per due volte eletto deputato della Repubblica rispettivamente nella XV legislatura con la coalizione dell’Ulivo e nella XVI con il Partito democratico, è attualmente segretario del Consiglio supremo di difesa e consulente dell’inquilino del colle più alto.
Nella cena con gli “amici” di fede calcistica, auspicava qualche evento che mettesse in crisi il governo Meloni. Se dovesse di nuovo vincere le elezioni prossime elezioni politiche si rischierebbe di avere come futuro nuovo presidente della Repubblica un capo dello Stato non più espressione della sinistra o della coalizione di sinistra-centro. È inaudito il fatto che alla più alta carica dello Stato possa essere eletto un capo dello Stato diverso da quello del suo schieramento politico. Ha perfettamente ragione il direttore Maurizio Belpietro, il consigliere di Sergio Mattarella non può più restare al suo posto. Per “l’onore e il prestigio del presidente della Repubblica”.
di Antonio Giuseppe Di Natale