mercoledì 19 novembre 2025
“È necessario evitare scontri ideologici su un tema delicato”. Lo afferma in una intervista alla Stampa il leader di Noi moderati, Maurizio Lupi, riguardo il fine vita. A suo avviso, “adesso è arrivato il momento. E penso si possa fare una promessa: riusciremo ad avere una legge entro la fine della legislatura”. Lupi spiega come “questa maggioranza voglia chiaramente andare avanti. Abbiamo presentato proposte e al Senato siamo arrivati alla presentazione degli emendamenti. Adesso a Palazzo Madama si sta discutendo la legge di Bilancio, ma da gennaio potremo tornare a lavorare sul testo”. Secondo Lupi, “le tifoserie non fanno bene. Spero ci sia invece un confronto sano, serio, che parta però da alcuni paletti che per noi sono fondamentali. Non si può chiedere a questa maggioranza di assicurare un diritto alla morte o un diritto al suicidio”.
Come sottolinea Lupi, “c’è, invece, un diritto alla vita: è fondamentale. E il primo dovere del legislatore è quello di garantire la migliore assistenza al malato, fino alla fine, con cure palliative e assistenza per garantire che chi versa in condizioni critiche non sia lasciato solo”. Quindi, precisa, “come dice la sentenza della Corte, si tratta di una assoluta eccezionalità. Porto tutto il rispetto per posizioni e drammi personali. Ricorderò sempre Enzo Jannacci che, parlando del caso di Eluana Englaro, diceva fosse necessaria la carezza del Nazareno. Poi però, con questa sensibilità e questa attenzione, il legislatore deve delimitare il campo. Anche per evitare che le diverse Regioni, uscendo dalle loro competenze, legiferino ognuna a modo loro”.
Frattanto, in Germania il suicidio assistito è stato depenalizzato nel 2020, per determinate circostanze, dalla Corte costituzionale federale tedesca (Bundesverfassungsgericht), la quale ha dichiarato incostituzionale una norma che lo proibiva. La sentenza in questione stabiliva infatti che deve esserci “margine sufficiente affinché un individuo possa esercitare il proprio diritto a una morte autodeterminata” e decidere quindi di “porre fine alla propria vita secondo i propri termini”. Allo stesso tempo, la Corte costituzionale federale ha specificato che nessuno può essere obbligato a favorire un suicidio assistito, e lascia al Parlamento la facoltà di introdurre una legislazione per regolarlo, al momento assente a differenza di altri Paesi come Svizzera, e Nuova Zelanda o alcuni stati degli Usa. Come spiega la Bild, la pratica in Germania non è automaticamente consentita in ogni caso: chi intende ricorrervi deve dimostrare di “agire responsabilmente e di propria spontanea volontà”, essere maggiorenne e avere riconosciuta la propria capacità giuridica. Inoltre, chi assiste il richiedente non può eseguire personalmente l’atto, perché ciò sarebbe da considerare una pratica di “eutanasia attiva”, che invece è vietata. Negli ultimi anni, ci sono stati più tentativi di gruppi politici presso il Parlamento federale tedesco (Bundestag) per arrivare a una legge sul suicidio assistito, finora non andati a buon fine.
di Manlio Fusani