venerdì 14 novembre 2025
Cos’è la destra e cos’è la sinistra. E cosa significa, invece, stare al centro. No, non è il titolo di un convegno, né quello di un nuovo libro pronto ad occupare i grigi scaffali delle librerie. Bensì, è ciò di cui si è parlato lo scorso martedì 28 ottobre, a due passi da Piazza Istria, nel cuore della movida di Roma nord, lì dove ha preso il via la prima serata di “Roma da bere e da chiacchierare”, un nuovo format che si propone di regalare la scena a giovani e professionisti desiderosi di discutere e confrontarsi sulle più disparate tematiche di attualità. E perché no, anche e soprattutto (sì, ci dicono dalla regia che possiamo scriverlo) per parlare di politica. Ma attenzione: parlarne sì, ma senza quella “pesantezza” che spesso e volentieri tende ad accompagnare l’odierno dibattito politico. Ma prediligendo, invece, modalità più informali e digeribili, tra un bicchiere di vino rosso e qualche gin tonic. Lontano dallo stile tipico delle conferenze, senza badare troppo alla forma e senza neppure coinvolgere relatori troppo ingessati.
A Piazza d’Istria, tutto è fluito in maniera più sciolta. Si è brindato e si è riso e, soprattutto, ci si è confrontati, probabilmente anche meglio di come si farebbe in qualche talk-show (sì, siamo anche presuntuosi, il giusto). Un clima eclettico e frizzante, per certi versi ispirato al film La Terrazza di Ettore Scola, ha contraddistinto la serata. I relatori, tutti rigorosamente under 35, Sara Gilardi, Valeria Torta, Alessandro Iachetta, Filippo Iacomini, Marco De Cesare e Simone Forte, hanno dialogato con il moderatore, il giornalista dell’Agi e loro coetano Francesco Spartà (tra gli ideatori del format insieme a Federico Scalisi). Ad ascoltarli un pubblico vasto e altamente eterogeneo: chi uscito da uno studio professionale, chi da un’aula di tribunale, chi da un ufficio parlamentare, chi da una biblioteca universitaria.
Tra un sorso e l’altro, si sono trattati temi e argomenti che, nove volte su dieci, il pubblico tenderebbe ad eludere, specie dopo una lunga e faticosa giornata di lavoro. Ma non in questo caso. Non se seduti attorno a un tavolo, circondati dal calore di un gruppo di amici e da un buon bicchiere di rosso. Così, tutto ha assunto un sapore diverso. Soprattutto nel momento in cui, una volta spenti i microfoni, è partito come d'incanto l’immancabile dj set diretto dal mitico Giorgio Maggio (di professione avvocato, così come Mattia Romano, entrambi ideatori del format, ma, da adesso in poi, impegnato, un martedì al mese, a far ballare i ragazzi di Roma da bere e chiacchierare). Insomma, tutto è andato nel migliore dei modi auspicabili dalle parti di Roma nord, probabilmente anche meglio delle più rosee aspettative della vigilia. Se la prima serata e, più in generale il format doveva essere una scommessa (come riferiscono gli stessi organizzatori) nata appena qualche mese fa, ancora una volta (sarà mica un vizio?) davanti al solito bicchiere di succo d’uva, oggi possiamo affermare con innegabile certezza che la stessa è stata ampiamente vinta.
di Salvatore Di Bartolo