Perché certa magistratura in Italia fa paura

martedì 4 novembre 2025


Certa magistratura italiana mobilitata massicciamente contro la separazione delle carriere del Pubblico Ministero da quella del Giudice, e che massicciamente fa campagna per il No al referendum che ci sarà, mette letteralmente paura.
Non tanto per l’opinione espressa legittimamente (meno legittimamente quando lo fa all’interno dei palazzi di giustizia, che sono luoghi dove la giustizia si amministra in nome e per conto del popolo italiano; e dunque non sono stanze esclusive dei magistrati del No).
Certa magistratura fa paura perché con il proprio No palesa o una letterale ignoranza, o una sesquipedale malafede. In ogni caso un guaio.
Una persona di legge, infatti non si può permettere il lusso di ignorare che la separazione delle carriere di giudici e pubblici ministeri è la naturale e inevitabile conseguenza dell’introduzione del rito accusatorio nel processo penale. Processo penale che presuppone, come fondamentale elemento costitutivo, l’assoluta parità delle parti, che certamente non si realizza quando, come tuttora accade, il pubblico accusatore è “cugino” se non addirittura “fratello” di chi è chiamato a decidere. 

Questo è il punto. Questo è il fatto. Poi tutti i Nicola Gratteri e i Gherardo Colombo del mondo possono accampare quello che vogliono. È solo e semplicemente fuffa.

Non si può chiedere a Schlein, Conte, Fratoianni, Bonelli di comprenderlo. Non sarebbero quello che sono, non farebbero quello che fanno. Ma giuristi e persone di legge queste cose le sanno, le devono sapere.
Dunque, il loro No è frutto di malafede o letterale ignoranza. Tertium non datur. In ogni caso, c’è da aver paura di certa magistratura.


di Valter Vecellio