Ceccanti: “Riforma della giustizia completa il nuovo codice”

martedì 4 novembre 2025


Stefano Ceccanti valuta positivamente la riforma della giustizia. Il costituzionalista ed ex deputato del Pd, in un’intervista al Messaggero, sostiene che “la riforma Nordio, pur contenendo la scelta discutibile del sorteggio, è prevalentemente positiva perché fa comunque propria la separazione delle carriere”. Poi rimarca: “Noi, in particolare il gruppo dell’associazione riformista Libertà Eguale presieduta da Enrico Morando, siamo sempre stati favorevoli alla separazione, sulla scia delle riflessioni di Giuliano Vassalli. È il completamento – sottolinea Ceccanti – della riforma costituzionale del 1999 approvata a larghissima maggioranza che ha riscritto l’articolo 111 della Costituzione parlando di giudice terzo. Voleva essere l’anticipazione della separazione, che in quel momento non si poteva approvare per la polemica contingente tra Silvio Berlusconi e una parte del potere giudiziario. Nel centrosinistra, un po’ in tutte le forze politiche, il dibattito non era sul se fare quella riforma, cosa data per scontata, ma sul quando”. Sull’allarme democratico e sul rischio di pieni poteri, paventato dalle opposizioni, osserva: “Bisogna dire in primo luogo che questa critica è presente insieme a quella opposta, di rendere ancora più forti i pubblici ministeri. Due critiche che non possono essere vere entrambe e su cui quindi occorrerebbe una scelta da parte degli oppositori. Quanto a quella sui pieni poteri, è sufficiente leggere l’articolo 104 come modificato per capire che non c’è nessun potere ulteriore conferito al Governo pro tempore”.

Ieri, in un’intervista al Corriere della Sera, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha detto che “nessun magistrato di buon senso può pensare che si sia attentato all’indipendenza. Perché nella legge costituzionale questo principio è consacrato a chiare lettere. Capisco che i vertici dell’Anm siano contrari: nessun tacchino si candida al pranzo di Natale. Ma nella riservatezza. Molti confessano di essere favorevoli al sorteggio, che li svincola dall’ipoteca delle correnti”. Il Guardasigilli afferma che “ogni magistrato sa che la carriera dipende dal Csm, condizionato dalle correnti. Per chi non è iscritto diventa difficoltoso”. Rispondendo alla domanda su una possibile diminuzione dell’influenza delle correnti a favore della politica risponde: “No, perché ci siamo mossi nella tradizione dei padri costituenti che hanno voluto una componente politica che è degli eletti. Quella togata rappresenterà la magistratura nella sua purezza di indipendenza, senza condizionamenti delle correnti”. La riforma, sottolinea Nordio, “fa recuperare alla politica il suo primato costituzionale. Il Governo Prodi cadde perché Clemente Mastella, mio predecessore, fu indagato per accuse poi rivelatesi infondate. Mi stupisce che una persona intelligente come Elly Schlein non capisca che questa riforma gioverebbe anche a loro, nel momento in cui andassero al Governo”.


di Manlio Fusani