martedì 14 ottobre 2025
Serve un vero federalismo polis-centrico
Prendiamo ad esempio la Svizzera che sul suo territorio di soli 41mila chilometri quadrati ha 26 cantoni (Stati federati): aboliamo Regioni e piccoli comuni e lasciamo sul nostro territorio, di 302mila chilometri quadrati, 100 città Stato italiane (le attuali province, che sono i comuni più grandi) per risparmiare decine di miliardi di spesa pubblica ed avere istituzioni vicine ai territori. L’Italia autentica è l’Italia dei Comuni, nati dalla spontanea associazione e aggregazione di gruppi di persone che, spostatisi dalle campagne, avevano dato notevole sviluppo ai commerci, alle professioni, alle arti, dando luogo a fiorenti città-Stato al contempo detentrici di consuetudini e tradizioni. Le Regioni, al contrario, sono in gran parte una costruzione di carta, artificiale e dirigista, concepite come enti di decentramento amministrativo, chiamate, cioè, a esercitare solo compiti amministrativi attribuiti e controllati dallo Stato, funzionali a programmazioni economiche decise dal pianificatore centrale, poche quelle “storico tradizionali” di cui alle pubblicazioni ufficiali statistiche.
Le Regioni italiane sono state create in diversi momenti. Le Regioni Sicilia, Sardegna, Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige sono state concretamente istituite subito dopo la fine della Seconda Guerra mondiale, contemporaneamente al processo che portò alla redazione della Carta costituzionale, poi nel 1963 la regione Friuli Venezia Giulia e nel 1972 le Province autonome di Trento e Bolzano, le altre 15 Regioni sono state concretamente istituite agli inizi degli anni Settanta. La dimensione della città diventa sempre più la dimensione dalla quale partire per proporre forme di autonomia, per l’affermazione delle libertà civili, dell’economia di mercato. Un modello alternativo a quello attuale che è fondato sul controllo dello Stato centrale e su un regionalismo sprecone in mano a partiti e oligarchie varie. È quindi il modello federale urbano che garantisce al cittadino la partecipazione e il controllo diretto dell’azione dell’amministrazione.
di Elena Vigliano