martedì 7 ottobre 2025
“Codice parlamentare” e “Raccolta sistematica delle disposizioni rilevanti per l’attività parlamentare” sono il titolo e il sottotitolo del libro che il Senato della Repubblica, per i tipi della Giuffrè, ha appena dato alle stampe. L’autore è Federico Silvio Toniato, Segretario generale del Senato della Repubblica. Egli è il primo consigliere del presidente del Senato ed è posto a capo dell’Amministrazione che serve l’Istituzione parlamentare secondo i principi d’indipendenza e imparzialità. Nessuno meglio di lui poteva curare la raccolta completa non solo delle disposizioni che attengono in senso stretto alle Camere, ma anche delle numerosissime altre che, direttamente o indirettamente, vi sono implicate e connesse in svariati modi, che i meticolosi indici del volume disvelano scoprendo correlazioni talvolta inaspettate.
L’opera, davvero preziosa anche per l’ammirevole completezza, è destinata ad agevolare le conoscenze e il lavoro di varie categorie di potenziali destinatari. Innanzi tutto del consigliere parlamentare, un architrave dell’Istituzione parlamentare perché ne assicura la continuità nel susseguirsi degli eletti e nell’alternarsi dei partiti. Il “governo rappresentativo” poggia sul cangiante rimescolamento delle classi politiche. Non potrebbe funzionare se il voto comportasse non solo il ricambio dei rappresentanti ma pure l’avvicendamento delle stesse istituzioni rappresentative. I neofiti del Parlamento trovano il luogo fisico e giuridico dove esercitare la sovranità popolare già pronto ad accoglierli e perfettamente funzionante in base a regole prestabilite. L’arbitro che li accoglie sul campo è neutrale, indipendente dai vincitori e dai vinti. La stabilità e la durata sono pilastri del Parlamento, la cura dei quali è affidata a una struttura formata da personale e mezzi che preesiste alla legislatura. I consiglieri parlamentari sono i chierici dell’istituzione politica per eccellenza. Ne sono parte integrante senza appartenervi: un unicum tra i servitori dello Stato.
Nondimeno, i principali beneficiari del “Codice parlamentare” saranno i deputati e i senatori innanzitutto, e anche i consiglieri regionali perché i princìpi, se non le norme della rappresentanza politica, traggono origine da una comune natura. Avere comodamente sottomano, sia nella meditazione di uno studio preparatorio sia nell’agitazione di una incandescente seduta, tutto quel che c’è da sapere per la redazione di un testo o per condursi al meglio nel dibattito, costituisce un impagabile ausilio e addirittura un vantaggio per chi ha l’accortezza di compulsare la raccolta e, di più, farne il breviario della giornata politica.
Per i giornalisti parlamentari, i commentatori politici, i conduttori di talk-show, e pure i moderni blogger più o meno accreditati in cerca di credibilità, i quali non solo devono capire bene gli accadimenti politico-parlamentari al loro esame ma pure, avendoli compresi, spiegarli ai lettori e ascoltatori in modo corretto, chiaro, preciso, il “Codice Parlamentare” risulta un ideale strumento di lavoro per districarsi in un coacervo di norme che, ordinariamente, appassionano pochi specialisti, accademici e no. Nel periodo repubblicano, rispetto al monarchico, lo studio del diritto parlamentare ha infatti ricevuto un forte impulso come disciplina giuridica autonoma, anche grazie all’istituzione di specifiche cattedre universitarie. Sicché, da “codicillo” del diritto costituzionale, ha assunto la dignità di scienza giuridica autonoma, sebbene conservi certe peculiarità legate al fatto che è intriso di politica in senso affatto particolare. Il “Codice parlamentare”, dunque, comprova l’importanza della fioritura del diritto parlamentare che trova riscontro in sempre più ampi strati di interessati.
Ogni “codice” rappresenta di per sé un punto di arrivo e di partenza nella storia dei sistemi giuridici. Fu così per la più famosa raccolta della storia, il “Corpus Giustinianeo” del quale il “Codex” fu una delle quattro parti che lo componevano. Nella dotta prefazione intitolata appunto “Il diritto parlamentare: Liber, Codex, Volumen” Federico Toniato si profonde, con un’originale allegoria, in una loro distinzione che ne separa la comune origine. Infatti, come dice Niccolò Tommaseo, “Dall’essere le prime scritture in tavolette di legno (caudex) fu detta Codice una Serie, insieme unita, di tavolette scritte, poi di membrane, poi di carte.” E aggiunge che Codice è pure “la raccolta di leggi, costituzioni, rescritti, fatta dapprima per ordine di imperatori romani” ed infine che Codice è “il libro stesso che contiene le leggi.” Il significato di “Liber” lo conferma, essendo “la membrana sottile sotto la corteccia dell’albero e che serviva per scrivere” (Georges), mentre “Volumen” indica “tutto ciò che viene arrotolato”, quindi “libro a rotolo” oppure semplicemente libro, tomo, volume.
Al di là di consimili sottigliezze, il “Codice parlamentare”, sia Liber, sia Codex, sia Volumen, fa onore a Federico Silvio Toniato, l’autore, e al Senato, che l’ha patrocinato. Costituisce una preziosa novità, indispensabile a tutti quelli che vorranno o dovranno (dovrebbero) conoscere appieno la complessa nervatura giuridica del Parlamento, intrecciata all’ordinamento della Repubblica nell’assicurare la nostra libertà costituzionale.
(*) Federico Silvio Toniato, Codice parlamentare, Giuffrè, 985 pagine, 32 euro
di Pietro Di Muccio de Quattro