“Israeliani discriminati”, parola di Lucetta Scaraffia

martedì 7 ottobre 2025


La storica e giornalista Lucetta Scaraffia si è dimessa dal comitato etico dell’università veneziana Ca’ Foscari. A darne la notizia per primo è stato Il Foglio, con la pubblicazione della lettera scritta proprio da Scaraffia la quale, in seguito, intervistata dall’Agi ha confermato “ogni parola”: “Giovedì 2 ottobre ho scelto di dimettermi dalla commissione etica di Ca’ Foscari. Lo dico senza enfasi, ma con la consapevolezza che un gesto personale può servire a rendere visibile un problema più grande: l’abbandono dell’università al conformismo politico, il cedimento a logiche di discriminazione che nulla hanno a che fare con la libertà accademica. L’ateneo veneziano ha deciso non solo di sospendere i rapporti scientifici con enti e istituzioni israeliane, ma di estendere la misura a singoli docenti che non siano in grado di dimostrare di non appoggiare la politica del governo Netanyahu. È questa clausola a rendere il provvedimento intollerabile: la pretesa di chiedere a un professore di dichiarare la propria innocenza politica, di certificare il dissenso dal governo del proprio paese, somiglia a un dispositivo da regime totalitario. Non si giudicano più le ricerche, le competenze, la qualità del lavoro scientifico: si indaga l’ortodossia delle opinioni”.

Scaraffia ha poi sottolineato: “Non ho memoria di prese di posizione simili da parte di Ca’ Foscari di fronte ad altre violazioni dei diritti umani: né dopo il 7 ottobre e i massacri di Hamas, né con le università russe dopo l’invasione dell’Ucraina, né con quelle cinesi per le persecuzioni degli uiguri, né con quelle iraniane dopo l’uccisione delle ragazze colpevoli solo di non portare il velo. Perché solo Israele? Perché solo gli ebrei? La risposta, purtroppo, è evidente. Qui non si tratta di una scelta di giustizia universale, ma di un’adesione parziale e ideologica, che si traduce in discriminazione. E se l’università, il luogo che per definizione dovrebbe proteggere il pensiero critico e plurale, accetta di piegarsi a questo meccanismo, allora diventa complice di una deriva che rischia di travolgere la stessa idea di sapere libero. Per questo ho lasciato la commissione etica. Non posso, non voglio, far parte di un’istituzione che in nome dell’etica pratica l’ingiustizia”.

E, conclude: “Non posso tacere davanti a un atto che, dietro la maschera dell’impegno politico, ripropone antiche forme di esclusione”.

La prestigiosa università − riconosciuta a livello nazionale e internazionale per l’eccellenza nella ricerca e nella didattica, con dipartimenti di eccellenza e classificata nelle graduatorie mondiali – ha scelto di rinunciare al proprio prestigio, aderire all’abominevole vulgata dominante antisemita mettendo in atto una forma di discriminazione ed esclusione che, di fatto, rappresenta l’abdicazione del proprio ruolo istituzionale.

Lo stesso ministro dell’Università e la Ricerca, Anna Maria Bernini, dopo aver espresso la piena solidarietà e vicinanza a Scaraffia, ha ribadito come le sue dimissioni rappresentino “una pessima notizia”: “Considero un preciso dovere del ministero che rappresento, delle istituzioni e di tutte le componenti della comunità accademica, impedire che quanto accaduto si ripeta o rappresenti un insidioso precedente. Un Ateneo, per essere davvero liberodemocratico e inclusivo, deve saper rispettare tutte le sensibilità e garantire un autentico pluralismo. Se la professoressa Scaraffia ha ritenuto necessario lasciare l’incarico, significa che la sua sensibilità non è stata adeguatamente rispettata. È un segnale preoccupante quando figure di grande competenza ed esperienza non si sentono a casa nei loro, nei nostri, atenei” ha concluso Bernini.

E purtroppo di segnali preoccupanti siamo sommersi: non tanto per la gente che scende in piazza, quanto per tutte quelle figure istituzionali che aizzano le piazze stesse soffiando sul fuoco dell’odio sperando in un risultato elettorale che non arriva. Ma questi loschi e sinistri figuri, piuttosto che capire, cambiare, migliorare, preferiscono distorcere la realtà, inneggiare all’antisemitismo, distruggere lo Stato di diritto ed i valori occidentali ad esso connessi. Beninteso, mantenendo però solo per loro diritti e privilegi.


di Claudia Diaconale