venerdì 26 settembre 2025
Va in scena uno scontro tra i due più accreditati candidati delle Marche. Nei due dibattiti (ieri su Sky Tg24 e oggi al Corriere Adriatico) tra il presidente uscente Francesco Acquaroli, in corsa per il bis, e il principale sfidante Matteo Ricci, per il centrosinistra, si respira un clima di tensione emotiva. Il candidato che rappresenta il centrodestra punta sulla continuità. “Abbiamo avviato – afferma Acquaroli – riforme per ridare competitività alle Marche che hanno bisogno di tempo per dare effetti e occorre dare continuità al lavoro ma vediamo migliorare gli indicatori”. D’altro canto, per Ricci, “le Marche meritano di più, non devono accontentarsi della mediocrità e di chi mette gli interessi di partito prima della comunità”. È un racconto opposto quello che delineano il governatore Acquaroli e l’europarlamentare del Pd Ricci. Nel corso del confronto al Corriere Adriatico, moderato dal direttore Giancarlo Laurenzi, rispondendo alle domande dei cronisti del quotidiano, i due contendenti hanno fornito le loro personali ricette per un rilancio della Regione.
Oltre un’ora di faccia a faccia, in cui i due candidati si sono misurati su sette temi: dalle infrastrutture alla Zona economica speciale, dalla ricostruzione post sisma al turismo, dal credito alle imprese e sanità alla sicurezza urbana, alla mitigazione del rischio idrogeologico e termovalorizzatore. Clima frizzante tra i contendenti nel consueto schema di un Ricci all’attacco (“Ma qualche responsabilità ve la prendete o date la colpa agli altri?”) e Acquaroli che ribatte, elencando misure e riforme portate avanti. Il clima si surriscalda quando Ricci chiama in causa l’ex presidente Gian Mario Spacca (Base Popolare che sostiene Acquaroli) nella polemica sul mancato salvataggio di Banca Marche e la Regione che finanzia la sua proposta per Norcia Capitale europea della Cultura.
Acquaroli cita i tentativi del centrosinistra di portare con sé l’ex presidente e chiosa: “Dare soldi per consenso politico è reato, io non commetto reati”. Sulle infrastrutture, Acquaroli rivendica un cambio di passo, con lo sblocco di varie opere ferme. “Con fondi stanziati in precedenza, in cinque anni nessuna opera inaugurata e non un euro in più”, la replica di Ricci. L’economia? “Regione ferma”, secondo il dem. “Ereditata una Regione in transizione, ora invertita la tendenza”, la risposta. Sul turismo, Ricci parla di “soldi buttati” e strategia “Let’s Marche” incomprensibile. Acquaroli vanta una “discontinuità” con il passato: “Con 1,3 milioni di presenza strutturali rispetto al 2019”. L’Agenzia per il turismo e l’internazionalizzazione? “Da potenziare per non tornare alla burocrazia”. La Sanità: “In cinque anni è peggiorata” è il refrain di Ricci. La replica del governatore: “Era stata smantellata, la stiamo ricostruendo sul territorio. Con prestazioni in aumento”. Il termovalorizzatore: Ricci non è contrario in punto di principio ma non lo condivide per le Marche: “Uno specchietto per allodole”. Da Acquaroli, invece, via libera: “Ce lo impone l’Europa”.
di Duilio Vivanti