Regionali, Zaia: “Vediamo se la candidatura Stefani verrà confermata”

martedì 23 settembre 2025


Luca Zaia punta tutto sul delfino. Il governatore veneto chiarisce: “Non c’è nulla di definito, intanto cerchiamo di capire se verrà confermata la candidatura di Alberto Stefani e poi cerchiamo di capire cosa si farà. Ma ad oggi il tavolo nazionale non ha ancora chiarito anche questo passaggio che è fondamentale”. Lo ha detto il presidente della Regione Veneto, a margine dell’inaugurazione del salone internazionale Marmomac, oggi a Veronafiere, rispondendo a una domanda dei giornalisti sulle elezioni Regionali. Zaia chiarisce che non sarà capolista in tutte le circoscrizioni, in tutte le province. “Questo è un fatto giornalistico. A oggi non c’è nulla di deciso quindi sono cose che leggo sui giornali, come le tante candidature che avrei per le tante cariche libere”. L’obiettivo di Lega è chiaramente la candidatura di Stefani. “Non è lesa maestà”, rimarca Zaia. “Noi abbiamo dei compagni di viaggio come Fratelli d’Italia e Forza Italia e poi altri compagni di viaggio. Però è pur vero che legittimamente chiediamo che il candidato a presidente che mi succederà sia un legista, nella fattispecie Stefani perché vorremmo dare anche un’idea di continuità visto il consenso che questa amministrazione ha dopo 15 anni di buona e ottima amministrazione”. Secondo Zaia, il Carroccio non la sta tirando per le lunghe. “Ma non lo si dica a me. Leggo le notizie che voi pubblicate e quindi non ho contezza di quello che sta accadendo a Roma. Nel senso che c’è un tavolo come accade sempre, che dovrebbe definire il candidato del Veneto, della Puglia e della Campania. C’è lavoro da fare, immagino che lo faranno dopo le elezioni delle Marche”.

Due giorni, durante la festa dei giovani leghisti, a prenotare il Veneto ci aveva pensato anche il segretario Matteo Salvini: “Non imponiamo niente a nessuno, ma spero che l’anno prossimo Stefani venga con la maglietta di San Marco a salutare il popolo di Pontida. Sarebbe il governatore più giovane d’Italia”. La Lega prova a resistere sulle Regioni che già governa. Se il Veneto, con tutta probabilità, resterà al Carroccio, sarà più complicata la partita, seppur lontana, della Lombardia, con Fratelli d’Italia che aspira a governare anche qualche Regione del Nord. Motivo per cui il segretario della Lega lombarda Massimiliano Romeo è costretto a ripetere che sia il Veneto sia la Lombardia “devono restare alla Lega”. Zaia, prima di sciogliere le riserve su una sua lista personale, aspetta di vedere la decisione che verrà presa sul candidato: “Non c’è ancora nulla di nuovo sotto al sole”. Gli alleati non vedono di buon occhio una lista del governatore che rischierebbe di drenare voti ai partiti. Un “no” è già arrivato dal segretario di Forza Italia Antonio Tajani: “Tajani rappresenta un pezzo di centrodestra, non rappresenta tutto il centrodestra” la stoccata di Zaia, che ricorda a tutti che una sua lista può valere “il 45 per cento”.

Nel giorno in cui tutti i colonnelli del Carroccio provano a gettare acqua sul fuoco davanti alle polemiche per l’avanzata nella Lega del generale Roberto Vannacci, nel mentre diventato vicesegretario, l’unico controcanto arriva ancora da Zaia: “Vannacci può essere un valore se fa il leghista”. Davanti a una Lega nazionale e sempre più spostata a destra, contro l’immigrazione clandestina e “l’islamizzazione” dell’Europa, i governatori tengono il punto sul tema più identitario di tutti, ossia l’autonomia: “A questo governo chiediamo un’autonomia vera. Non è solo una questione di annunci. La Costituzione – afferma Zaia – la prevede e oggi ci sono tutti presupposti per fare un’autonomia seria”. Per il presidente del Friuli-Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, “se non c’è autonomia non c’è libertà”. Fedriga va avanti anche con una frase piuttosto criptica: “È facile parlare di libertà nella pubblica amministrazione ma poi quando si governa essere biecamente centralisti...”. Il lombardo Attilio Fontana, dopo il botta e risposta con Vannacci, mette ancora nel mirino il centralismo: “Il ministro Roberto Calderoli sta facendo un lavoro eccezionale e disumano – chiosa Fontana – ma la palude romana cerca di rallentarlo”.


di Manlio Fusani