venerdì 1 agosto 2025
Roma premia l’illegalità: il costo di una politica fatta di nastri e vetrine
Caro sindaco, ci permetta un pizzico di ironia: a Roma sembra che l’unico settore davvero efficiente sia quello del “taglio nastri”. Ogni settimana si celebra un’inaugurazione, un annuncio, una cerimonia. Se la pulizia delle strade procedesse con la stessa rapidità delle forbici da cerimonia, oggi avremmo una capitale europea degna di questo nome. E invece, la realtà è ben diversa. Nel solo mese di giugno 2025, secondo i dati Ama, si sono accumulate oltre 4.300 tonnellate di rifiuti indifferenziati non raccolti nei tempi previsti, con picchi del +38 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Topi, odori nauseanti e degrado diffuso sono la quotidianità di interi quartieri. I cittadini sono stanchi di selfie e conferenze stampa: vogliono risultati concreti.
Nel frattempo, apprendiamo che il Comune ha deciso di acquisire sette immobili attualmente occupati abusivamente, tra cui l’ex scuola di via Cardinal Capranica, l’ex clinica di via del Casale de Merode e lo stabile di via Tor de’ Schiavi. Una spesa iniziale da 5 milioni di euro nel solo 2025, con previsioni di riqualificazione che superano i 15 milioni nel triennio. E allora ci chiediamo: è questo il metro con cui si governa la città? Un piccolo imprenditore viene multato se sbaglia di pochi centimetri con l’occupazione di suolo pubblico; ma un centro sociale che occupa abusivamente un intero stabile per anni viene premiato con un atto di acquisizione pubblica, e magari con un bel progetto di “valorizzazione” culturale. Questa doppia morale mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Perché chi rispetta le regole resta in coda, mentre chi entra dalla finestra finisce per avere le chiavi della porta principale. Con 20 milioni di euro si potrebbero sistemare interi quartieri, realizzare centri civici, investire nella sicurezza, potenziare la digitalizzazione, avviare progetti sociali veri.
Invece si è fatta una scelta diversa. Una scelta politica. Quella di trasformare l’illegalità in “bene comune”, purché abbia il giusto marchio ideologico. Nel frattempo, l’assessore ai Grandi Eventi continua a promuovere una visione distaccata e autoreferenziale, del tutto scollegata dalla realtà che vivono ogni giorno i romani. Eventi effimeri, promossi come “occasioni di sviluppo”, si rivelano spesso spettacoli mediatici senza impatto reale, che svaniscono lasciando in eredità solo inefficienze, disservizi e fondi spesi male. Le infrastrutture restano fatiscenti. I quartieri sono abbandonati. I servizi essenziali – trasporto pubblico, igiene urbana, manutenzione – non reggono il passo con i bisogni della città. Il messaggio che passa è chiaro: si premiano gli amici dei soliti amici, e si dimenticano i cittadini.
Sindaco, la invitiamo a fermarsi un momento. Ad ascoltare anche le voci critiche, non solo quelle plaudenti. A rimettere al centro del suo mandato la legalità, il decoro urbano, la fiducia dei cittadini. E soprattutto, a spiegarci chiaramente: qual è la sua idea di Roma? Una capitale europea, moderna, inclusiva, efficiente? O una città dove basta un post su Instagram per dichiarare risolto un problema strutturale? Nel frattempo, ci permetta una proposta concreta: alla prossima cerimonia, inauguri un’isola ecologica funzionante. Sarebbe un gesto davvero rivoluzionario.
Con rispetto, e una punta di esasperazione.
(*) Liberali Riformatori
di Francesco Pasquali (*)