mercoledì 2 luglio 2025
Matteo Renzi si rende protagonista dell’ennesimo dietrofront politico. Dopo aver civettato con le ambizioni terzopoliste e le infatuazioni calendiane e aver lanciato strali contro la sinistra, ha riabbracciato il Pd di Elly Schlein. Ora, tenta, addirittura, di farsi accogliere nuovamente dal popolo che un tempo lo aveva proclamato segretario. In un’intervista a Repubblica, il leader di Italia viva annuncia il proprio ritorno alle origini: parteciperà alle Feste dell’Unità, proclamandosi come il più fiero oppositore del Governo di centrodestra e assurgendo al profilo di imperituro voltagabbana. Secondo il senatore di Rignano sull’Arno, “quel che sta accadendo è semplice e riguarda il mio posizionamento. Mentre fino a un anno fa c’erano tanti dubbi oggi sono spariti perché io sono quello che mena di più su Giorgia Meloni. Ho scritto un libro che ne svela i bluff, in aula non c’è volta che la premier non vada in crisi quando le elenco tutti i suoi fallimenti. Ho persino iniziato a fare i podcast, addirittura con Fedez, per smascherare la destra su provvedimenti-spot come il Decreto sicurezza. Penso davvero che Meloni faccia male al Paese”. Per Renzi, “oggi il fallimento è certificato dai numeri. Dall’Istat, l’Istituto nazionale di statistica, i cui vertici – ricordo – sono nominati da Palazzo Chigi. Grazie al Governo Meloni la pressione fiscale del primo trimestre 2025, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, è aumentata dello 0,5 per cento. Grazie al Governo Meloni l’inflazione è cresciuta dell’1,7 per cento, che schizza al +3,5 se si calcola il rincaro dei beni alimentari. Grazie al Governo il carrello della spesa a giugno è salito al 3,1 per cento contro il 2,7 di maggio. Mentre la presidente del Consiglio racconta che va tutto a gonfie vele, le famiglie italiane stanno peggio”. Il nuovo mantra renziano è “costruire, insieme a chi ci sta, la tenda riformista che manca al centrosinistra”.
Secondo Renzi, “lo spostamento a sinistra di Elly Schlein aiuta a costruire la tenda riformista che manca al centrosinistra per vincere le elezioni”. E chi dovrebbe ritrovarsi sotto questa tenda? “Tutti quelli che non vogliono stare in un Pd sbilanciato a sinistra, ma che credono si debba costruire un’alternativa a Meloni”, replica Renzi. “E per farlo è necessario stare tutti assieme”. E chiude a un eventuale ruolo di federatore. “No, non tocca a me”, dice Renzi. “Se serve una mano organizzativa ci sono, ma non vogliamo guidare noi. Io ho già il mio bel da fare per combattere Giorgia Meloni che spia i giornalisti, impoverisce gli italiani, non sa che pesci prendere in Europa e sta facendo retrocedere l’Italia sul piano internazionale. È questo il mio ruolo, non fare il capo della tenda: sono in prima fila per mostrare i disastri della premier e del suo Governo, la fascia di capitano la indosserà qualcun altro”. Sui social Renzi attacca Italo Bocchino, direttore editoriale del Secolo d’Italia. “C’è un ex deputato della destra – scrive – che adesso fa il giornalista indipendente in tivù. Si chiama Italo Bocchino. Vi sarà capitato qualche volta di vederlo in tivù, anche contro di me. Ieri Bocchino ha superato ogni limite. Ha detto che in Italia le famiglie stanno bene, meglio di prima, che i dati economici sono ottimi (poco importa se crescono debito pubblico e pressione fiscale) e che a Giorgia Meloni dovrebbero dare il Premio Nobel per l’Economia. Il Nobel! Quella cosa che si dà ai professori di economia dovrebbe essere data alla Meloni, i cui titoli accademici del resto sono straordinari, no? Il Nobel! Ragazzi, questi hanno perso il controllo: il problema non è che Bocchino lo dica, il problema è che quelli di Fratelli d’Italia ci credono davvero. Meloni Nobel per l’Economia, Donald Trump Nobel della pace e a Bocchino cosa diamo? Povera Patria”.
di Duilio Vivanti