#Albait. L’Europa è più che “democrazia”

venerdì 27 giugno 2025


Ricordiamo tutti la Repubblica Democratica Tedesca. Quando studiavamo geografia alle elementari la cosa ci sgomentava. Come poteva essere democratica una Repubblica che soffocava le libertà e uccideva i propri cittadini che provavano a superare il muro di Berlino?

I dubbi elementari che avevamo sui tedeschi dell’Est oggi si riflettono sul gigante americano.

Trump ha detto e fatto tante cose che sono comprensibili solo se entriamo nella sua logica della situazione. Oggi arriva a pretendere che i giudici di Israele cancellino il processo a Netanyahu, in barba alle leggi di uno Stato sovrano e libero. È il grande limite di Trump, che crede nei soldi, ma non nel mercato; crede nel potere, ma non nei suoi limiti; crede nel consenso, non nella sua limitazione. Per questi motivi Trump non è un modello liberale. Lo dice anche lui, chiaramente. Spiega e fa spiegare che è legge americana ciò che il Presidente vuole. Certamente la Repubblica Americana non sarà trasformata in un simulacro della Repubblica Democratica Tedesca, ma può trasformarsi in una nuova forma politica basata sulla volontà del principe, in senso machiavellico.

Un approccio machiavellico, slegato dai limiti costituzionali, è l’onda anomala che potrebbe condurre al totalitarismo occidentale della quale mi parlò Lorenzo Infantino. Mi raccontò che ebbe questa intuizione mentre parlava amabilmente con il professor Pietro Reichlin.

Possiamo però essere saldi. La culla della libertà e dello Stato limitato è l’Europa. Sarà che abbiamo combattuto per tre millenni guerre sanguinose, ma abbiamo coscienza dei benefici della libertà, più di chiunque altro.

Già negli anni 50 cominciavamo a liberarci dalla pesante eredità della sola competizione tra sinistra e destra hegeliana, padre e madre di tutti i totalitarismi del mondo. Il dopoguerra ci ha fatto riscoprire il piacere rasserenante dell’essere donne e uomini. Oggi viviamo in società amichevoli che non si danno pena se le città sono oggi una varietà di culture ben mescolate.

Viviamo certo con una minaccia culturale: Hegel con la corrente culturale platonica restano protagonisti della giustificazione totalitaria. Ma per sconfiggerla è sufficiente spiegare che possiamo esercitare libertà, ricchezza ed emozioni, così come già li descriveva Adam Smith nella Teoria dei Sentimenti Morali. La forza intrinseca della mediazione sociale in una società libera, politicamente la chiamiamo democrazia ed economicamente mercato.

Il metodo liberale può rischiare di perdersi. Forse è per questa paura che in Italia l’area liberale si è improvvisamente affollata. Oltre a Forza Italia e buona parte di Fratelli d’Italia e persino una fetta importante della Lega, ci sono Azione e Italia Viva, il Pld di Marattin, il Partito dei Liberisti Italiani, il Partito Repubblicano. Una buona parte del Pd si richiama ai valori liberali, ma anche molti socialisti e i socialdemocratici di Sd. Se li contiamo, sono almeno quindici le formazioni di area liberale. Tutte dichiarano di lavorare per una ri-unione di queste forze. Invece si moltiplicano. È il misterioso potere centrifugo degli appelli all’unità.

C’è un terreno forte sul quale la grande famiglia liberale, in tutti i partiti, e nella società del non voto, nelle versioni liberista, popolare e liberalsocialista possono misurarsi unitariamente: la costruzione popolare di un’Europa forte e sovrana. Ne abbiamo parlato anche questa settimana a Roma, dopo averne parlato a Catania e a Torino, con rappresentanti di tante famiglie culturali, come Europa Radicale, accademiche delle università di Roma, Catania, del Molise, ma anche di partiti come Azione, Italia Viva, del Pd, di Socialdemocrazia Sd.

La necessità di una Costituente europea subito deriva dal non avere più tempo. Se vogliamo riportare il mondo al rispetto della libertà delle persone e quindi delle istituzioni, abbiamo bisogno di un continente unito in uno Stato liberale e democratico. La Commissione Europea ovviamente resterà, ma esisterà anche uno Stato che le conferirà il mandato popolare e non più solo dei governi. Il vagito dello Stato europeo serve anche per mantenere le sponde dell’Atlantico unite. Un domani, il potere equilibratore dell’Europa-Stato potrebbe anche conseguire la diffusione della convenienza liberaldemocratica in Russia, oggi prigioniera in una visione settecentesca e basata sull’esercizio della violenza e del potere illimitato.

L’Europa liberale, democratica, sovrana con la sua sola esistenza, può far tornare il mondo a corteggiare felicità, ricchezza condivisa, futuro. Magari continuerà a misurare la lunghezza delle zucchine, ma potrà finalmente consentirci di avere una politica estera e la difesa delle nostre vite quotidiane. A noi essere liberi piace. Anche perché i totalitarismi sono come le guerre: uccidono. È la libertà a mantenerci vivi e felici. Nell’Europa che può nascere da una Costituente chiesta a gran voce dai popoli europei tutti questi elementi possono trovare il loro incastro. E possono tornare a farci vivere il rapporto con l’America in modo positivo e di reciproco vantaggio. La parola democrazia non può confondere. Quando parliamo di democrazia liberale ed europea parliamo di quella democrazia dove i poteri hanno limiti forti. È grazie a quei limiti che diventiamo ricchi e felici. E possiamo lavorarci. In tanti.

(*) Per chi vuole sostenere la Costituente Europea Subito


di Claudio Mec Melchiorre