“Boicottare” Israele: la ridicola scelta di Emiliano e De Pascale

mercoledì 4 giugno 2025


Del tutto inutile e priva di valenza giuridica la decisione adottata nelle ultime ore da Michele Emiliano e Michele De Pascale, governatori rispettivamente di Puglia ed Emilia Romagna, di interrompere tutte le relazioni istituzionali con il governo israeliano in segno di protesta contro l’offensiva militare in corso a Gaza.

Il motivo è semplice, e prescinde dalle posizioni politiche, ideologiche e valoriali di chi scrive: le scelte di politica estera, in Italia, sono di esclusiva competenza del governo centrale. Lo stabilisce l’articolo 117 della carta costituzionale, che attribuisce allo Stato la potestà legislativa esclusiva in materia di politica estera, prevedendo altresì in capo agli enti territoriali una potestà legislativa concorrente che può riguardare solo determinati aspetti dei rapporti esteri, come ad esempio la conclusione di accordi o intese finalizzati alla promozione di scambi culturali o economici. Fuori da tali specifici ambiti, la competenza di politica estera non può essere demandata alle singole regioni, che, pertanto, non possiedono tra le loro funzioni la facoltà di decretare la rottura dei rapporti diplomatici con un altro Paese, in quanto, detta competenza è riconosciuta dalla Costituzione italiana in via esclusiva al governo centrale

La recente scelta di “boicottare” Israele assunta dai governatori Emiliano e De Pascale risulta pertanto insensata e lontana da ogni fondamento giuridico, contrastando, tra l’altro, anche con quella stessa carta costituzionale a cui tanto i compagni sostengono di volersi ispirare. Una decisione, pertanto, esclusivamente dettata da esigenze di carattere mediatico e ispirata dal desiderio di creare una forte contrapposizione con la linea dettata dall’esecutivo in carica, che, per di più, non farà altro che innalzare il livello di scontro e alimentare ulteriori focolai di antisemitismo all’interno del Paese.

A parti invertite, i meticolosi compagni, da sempre strenui difensori degli inviolabili principi costituzionali, non avrebbero esitato un attimo nel ricondurla ad azione “pericolosa”, “irresponsabile”, e persino “fascista”. Secondo il modestissimo punto di vista di scrive, appare invece più che sufficiente derubricarla come ciò che effettivamente è: una pagliacciata, ridicola e sconclusionata. 


di Salvatore Di Bartolo