martedì 13 maggio 2025
Per restituire centralità e rappresentanza al voto dei cittadini
La Suprema Corte di cassazione, prima sezione civile, ha fissato per l’11 settembre 2025 la discussione in pubblica udienza del ricorso promosso dagli avvocati Enzo Palumbo (già senatore liberale e membro del Consiglio superiore della magistratura) e Andrea Pruiti Ciarello – consigliere d’amministrazione della Fondazione Luigi Einaudi – volto a contestare la legittimità costituzionale di numerose norme della vigente legge elettorale. Il cosiddetto Rosatellum. Oltre a Palumbo e Pruiti Ciarello, sono ricorrenti anche gli avvocati Tommaso Magaudda, Francesca Ugdulena e Giuseppe Magaudda, anch’essi elettori messinesi. Il giudizio, iniziato nel 2018 dinanzi al Tribunale di Messina, giunge ora alla Suprema Corte dopo oltre sette anni di un accidentato percorso giudiziario, che ha finora visto i ricorrenti soccombere dinanzi ai giudici territoriali che hanno omesso – secondo i ricorrenti – di valutare adeguatamente la rilevanza e la non manifesta infondatezza delle questioni di costituzionalità sollevate, salvo ovviamente restando il giudizio finale della Corte costituzionale.
A pochi mesi dal ricorso, proposto alla vigilia dello scorso Natale, la Cassazione si pronunzierà in pubblica udienza, il che avviene, a norma dell’articolo 375 del codice di procedura civile, quando le questioni di diritto sono di particolare rilevanza, con ciò confermando il rilievo eccezionale delle questioni all’esame: la libertà, l’eguaglianza e l’effettività del diritto di voto, che l’attuale legge elettorale, a parere dei ricorrenti, non garantisce. I giuristi siciliani confidano che l’intervento della Cassazione consenta finalmente il passaggio del caso all’esame della Corte costituzionale, nella prospettiva di una legge elettorale conforme ai principi fondamentali della sovranità popolare e della rappresentanza democratica. Ed è per questo che si chiede alla Cassazione di investire la Consulta perché possa valutare la legittimità costituzionale di numerose disposizioni del Rosatellum, ritenute lesive dei diritti fondamentali degli elettori. Le questioni costituzionali sollevate riguardano in particolare:
1) L’illegittimità dell’iter legislativo che ha portato all’approvazione del Rosatellum;
2) La soglia di sbarramento del 3 per cento che lascia privi di rappresentanza milioni di elettori;
3) L’obbligatorietà del voto congiunto tra candidati uninominali e liste plurinominali;
4) La discriminazione verso i nuovi partiti nell’accesso alla competizione elettorale.
di Redazione