martedì 15 aprile 2025
Fiumi d’inchiostro si sono sparsi in queste ultime ore per raccontare nei minimi dettagli la visita in Italia dei reali d’Inghilterra e rievocare lo storico discorso, il primo in assoluto di un sovrano britannico in una seduta congiunta del Parlamento italiano, pronunciato nell’aula di Montecitorio da Re Carlo III. Purtuttavia, al di là dei calzanti riferimenti letterari a Dante e Virgilio, dello spiccato senso dell’umorismo dimostrato in più occasioni dal monarca inglese, e del lodevole impegno da questi profuso nell’esprimersi correttamente in lingua italiana, esiste un aspetto cruciale, ad oggi (volutamente?) trascurato, su cui varrebbe la pena centrare il focus dell’attenzione. Proviamo a farlo ponendoci un quesito: qual è la vera essenza del discorso pronunciato alle Camere da Re Carlo, il reale significato del messaggio che il sovrano britannico ha voluto far arrivare alla classe politica italiana? E adesso, proviamo pure a rispondere a tale interrogativo, ma non prima di aver fatto una doverosa premessa: nessuno dei vari riferimenti storici cui il monarca ha fatto cenno a Montecitorio è da considerarsi casuale, privo di opportuni risvolti politici, o comunque slegato da quell’obiettivo che la corona inglese ha inteso perseguire con la visita in Italia della coppia reale.
Ciò detto e premesso, veniamo pure ai fatti storici, tre in particolare, debitamente citati nel suo discorso da Carlo d’Inghilterra, che, a ben vedere, racchiudono in sé e riassumono alla perfezione il nocciolo della questione: l’Unità d’Italia, la Liberazione del Paese dal nazifascismo, e, da ultimo, la strage di Capaci. Tre eventi cruciali che hanno segnato, nel bene o nel male, la storia del Belpaese, contribuendo a mutare drasticamente il corso degli eventi e, pertanto, i destini del popolo italiano. Riferendosi ai primi due, l’Unità e la Liberazione, Carlo III, con le sue parole, ha chiaramente inteso rivendicare il ruolo giocato da Londra in entrambe le vicende, risultato poi decisivo al fine di indirizzare gli eventi nella “giusta direzione”. Un po’ come a dire: è merito nostro se s’è fatta l’Italia, unita, libera e democratica, ed è sempre merito nostro se, dopo il Ventennio fascista e il tragico epilogo del Secondo conflitto mondiale, avete potuto affrancarvi dall’autoritarismo e riacquistare la libertà perduta. Quanto, invece, al terzo evento citato, ovverosia la strage di Capaci, anche in quel caso, c’è un messaggio velato che il monarca inglese ha voluto far passare tra gli scroscianti applausi dell’aula di Montecitorio, che va ben al di là del semplice ricordo di Giovanni Falcone. In tale ultima occasione, nelle parole del sovrano è necessario cogliere quelle sottili sfumature che abbracciano l’intensa attività svolta in quegli anni in territorio italiano dagli apparati di intelligence d’Oltremanica, che va dal caso Moro fino alla cruenta stagione stragista di fine Prima Repubblica. In buona sostanza, pertanto, il significato implicito del messaggio che Re Carlo ha voluto consegnare al Parlamento appare piuttosto chiaro: sin dalla sua nascita, il destino dell’Italia è legato a doppio filo a quello del Regno Unito, per cui, cari amici italiani, sappiate bene che per voi risulterà impossibile recidere quel cordone che, da sempre, vi lega a Londra. Good fences make good neighbours.
di Salvatore Di Bartolo