giovedì 10 aprile 2025
Il verdetto della Corte costituzionale era nell’aria e Vincenzo De Luca sembrava averlo intuito. Ieri aveva dribblato le domande dei cronisti con un silenzio glaciale, oggi ha annullato la sua presenza a un convegno. La decisione che dichiara illegittima la legge regionale sul terzo mandato scuote gli equilibri politici campani: per De Luca arriva un alt definitivo alla corsa verso un possibile tris alla guida della Regione. Ma il presidente uscente non appare intenzionato a farsi da parte. Le ipotesi sul tavolo si moltiplicano: tra queste, quella di una lista personale – il nome “A testa alta” circola con insistenza – per sostenere un candidato di sua fiducia. Non tarda ad arrivare la sua reazione, dura, polemica: “Accolta una tesi strampalata, progettata in udienza, che ha fatto inorridire autorevoli costituzionalisti. La buona notizia è che ci sarà molto lavoro per gli imbianchini. Si dovrà infatti cancellare in tutte le sedi giudiziarie del Paese la scritta: la legge è uguale per tutti”. Per sbattere i piedi De Luca ha scelto la retorica.
Per il Partito democratico nazionale, che già da mesi aveva espresso la volontà di non sostenere un terzo mandato di De Luca indipendentemente dal pronunciamento della Consulta, la sentenza rappresenta un’occasione per riorientare la strategia. Il commissario campano Antonio Misiani apre ufficialmente al dialogo con l’area deluchiana: “Ora abbiamo la responsabilità di aprire tutti insieme, anche con chi ha guidato la Regione in questi anni e con il partito campano, una pagina nuova”. Il confronto tra la segreteria del Pd e i fedelissimi del governatore potrebbe portare a una candidatura condivisa per Palazzo Santa Lucia, sostenuta da un’ampia coalizione e, potenzialmente, anche da una lista riconducibile a De Luca. Resta in campo anche l’eventualità di una rottura totale: in quel caso il centrodestra avrebbe campo libero.
Intanto il centrodestra si muove. Mentre si attende di definire il nome del proprio candidato, Forza Italia lancia segnali agli eletti centristi dell’area deluchiana. Fulvio Martusciello rompe gli indugi: “Forza Italia è pronta al dialogo con tutti i consiglieri di centro che hanno condiviso un percorso con De Luca e che da oggi possono sentirsi liberi di fare scelte diverse”. La scommessa è su una disgregazione interna al blocco deluchiano, ma la consistenza effettiva del fenomeno resta tutta da verificare.
Nel campo del centrosinistra prosegue intanto la marcia di Roberto Fico. L’ex presidente della Camera, esponente del Movimento 5 stelle, è considerato uno dei nomi più accreditati per guidare una coalizione larga, sul modello Napoli. La sua presenza, accanto al sindaco Gaetano Manfredi, a un convegno del Pd locale sembra confermare la strategia. Un nome, il suo, che De Luca non gradirebbe, ma il pronunciamento della Consulta ha ridimensionato anche il suo potere di veto.
La sentenza della Corte si riferisce in modo specifico alle Regioni ordinarie, lasciando fuori quelle a statuto speciale come il Friuli Venezia Giulia – ma non il Veneto – che godono di autonomia legislativa in materia elettorale. Proprio da queste arriva una presa di posizione che accende il dibattito. Il presidente Luca Zaia commenta: “Siamo di fronte a un Paese che, in alcune delle proprie norme, vive nell’ipocrisia. La sentenza, di natura tecnica, riguarda la Regione Campania”. E aggiunge: “Senza entrare nel merito dei tecnicismi della legge campana, la Corte chiarisce che chi ha già ricoperto due mandati consecutivi non può candidarsi per un terzo. Si tratta, appunto, di un rilievo tecnico”. Poi l’affondo: “A questo punto, la domanda che sorge è: cosa accade nelle Regioni che non l’hanno adottata? È emblematico che proprio oggi la provincia autonoma di Trento abbia giustamente approvato una norma che consente il terzo mandato. Questo apre una riflessione più ampia, di natura politica: siamo di fronte a un sistema che presenta evidenti contraddizioni e disparità”. “Il blocco dei mandati, infatti, vale solo per alcune Regioni e solo per alcuni sindaci e vige la totale libertà”, conclude.
Sul versante di Fratelli d’Italia, la deputata campana Imma Vietri non risparmia critiche all’ex sindaco di Salerno: “La decisione della Corte costituzionale sulla ineleggibilità di De Luca per un terzo mandato alla presidenza della Regione Campania è l’ennesima conferma della prepotenza politica e della supponenza che, ormai da anni, caratterizzano l’operato del governatore”. E incalza: “Questo suo ennesimo capriccio irresponsabile è costato ben 81mila euro in spese legali alla Regione, e quindi ai cittadini della Campania”. La linea del governo di Giorgia Meloni era stata chiara, con l’impugnazione della legge regionale per riaffermare il principio dell’alternanza politica. Vietri conclude: “Il verdetto di oggi dimostra, dunque, che le leggi devono essere applicate sempre, senza ricorrere a raggiri per tentare di mantenere il potere a tutti i costi. Ora il governatore sia rispettoso della sentenza. La Campania merita di voltare pagina con un presidente di Regione, che risollevi le sorti di settori fondamentali come la Sanità e che utilizzi una comunicazione chiara e sincera con i cittadini senza più mistificazioni”.
Nel frattempo, la Lega affida a Alberto Stefani, segretario della Liga Veneta, una nota di chiara contestazione al limite imposto dalla Consulta: “Prendiamo atto della decisione della Consulta, che tuttavia penalizza il governatore più votato e amato d’Italia e gli elettori che lo hanno sostenuto. La Lega difenderà sempre la libertà di scegliere dei cittadini e di esprimersi sui propri amministratori, a tutti i livelli e senza vincoli assurdi”. “In questi mesi, in cui abbiamo raccolto oltre 150mila firme, abbiamo ascoltato i veneti. Continueremo a dare voce ai cittadini, il nostro interlocutore privilegiato”, ha aggiunto.
E lo stesso Zaia, che più volte ha manifestato l’intenzione di ripresentarsi, ribadisce: “Vedremo come si evolve tutto, ritengo giusta la norma del terzo mandato, perché i cittadini possono scegliere. Comunque non è che chi ha fatto il secondo mandato viene automaticamente eletto al terzo”. E ancora: “Ad oggi mi piacerebbe candidarmi, questo non vuol dire che la coalizione decida di candidarmi, ma si va all’interno di quei normali processi democratici che ci sono, senza un blocco anteriore per legge, che non permette ai cittadini di scegliere”, ha concluso il governatore.
di Z. T.