mercoledì 26 febbraio 2025
Un faro sull’immigrazione, e in particolare sull’integrazione, è stato acceso ieri presso la Sala Salvadori della Camera dei deputati. Ad accenderlo, neanche a dirlo, l’infaticabile onorevole Souad Sbai, responsabile del Dipartimento e Rapporti con le comunità straniere della Lega e da anni strenua combattente per portare al centro dell’opinione pubblica diverse tematiche, dai diritti delle donne straniere in Italia all’importanza di una positiva scolarizzazione fino alle denunce sul fondamentalismo islamico che imperversa in diverse città del Vecchio continente.
Titolo della tavola rotonda: “Immigrazione e integrazione: questioni aperte”. A moderare il dibattito Alessandro Bertoldi (Istituto Milton Friedman). L’incontro ha offerto un’occasione di confronto critico e multidisciplinare tra esperti e operatori del settore sulle dinamiche, le sfide e le opportunità legate al fenomeno migratorio e ai processi di integrazione in Italia.
I lavori sono stati aperti dal vicepresidente del Consiglio e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini. Il segretario della Lega ha riaffermato il ruolo del Carroccio come punto di riferimento delle comunità immigrate in Italia, delle “lavoratrici e dei lavoratori che hanno desiderio d’integrarsi”.
“L’Italia – ha sottolineato Salvini – è un Paese ospitale e accogliente, la Lega promuove un’integrazione autentica, rispettosa della varietà delle culture. Non vuole le classi ghetto, ma si contrappone al fondamentalismo e promuove la scolarizzazione femminile”.
Il ministro si è ripromesso di allargare la platea per un incontro più ampio da calendarizzare a giugno annunciando l’organizzazione di nuovi incontri sul tema dell’immigrazione e dell’integrazione, finalizzati all’elaborazione di proposte di legge “che dovranno dare risposte alle richieste che giungono dai cittadini, in primo luogo in materia di sicurezza”.
L’onorevole Sbai, dopo i saluti di rito ai rappresentanti di numerose comunità immigrate presenti alla tavola rotonda, ha rimarcato “il contributo significativo da loro apportato in ambito sociale e culturale. Si tratta della maggioranza degli immigrati, che rappresenta una risorsa e non un problematica.
D’altro canto, ha detto ancora Sbai, “non si può soprassedere su quella minoranza che non vuole integrarsi, che vuole imporre il niqab nelle scuole e vuole costruire uno Stato nello Stato. Pertanto, è ormai impellente l’approvazione di una legge che vieti il velo femminile integrale, trattandosi di un simbolo politico che nulla a che fare con la religione”.
Le sessioni della tavola rotonda hanno esaminato aspetti cruciali come le sfide psicologiche dell’integrazione, la condizione femminile e i rischi della radicalizzazione a cui sono seguite diverse proposte volte a promuovere un’integrazione autentica e sostenibile.
“L’obiettivo – ha osservato l’onorevole Sbai nelle conclusioni – è individuare soluzioni concrete, definendo politiche efficaci su una questione – quella dell’immigrazione e dell’integrazione – sempre più dirimente per il futuro dell’Italia, come del resto d’Europa”.
Presenti al dibattito oltre a vari esponenti di diverse comunità straniere presenti in Italia: Luba Ulianova, esperta in management e coaching internazionale; il professor Daniele Popolizio, presidente del Gruppo Cenpis ed esperto in mental coaching; la dottoressa Romina Nicoletti, ceo di M.Ro Business Cooperation, specializzata nell’internazionalizzazione delle Pmi; la dottoressa Stefania Moretti, esperta in qualità e assurance nel settore sanitario; l’avvocato Antonella Sotira, presidente di IUSgustando; Isabel Russinova, attrice e produttrice impegnata sui diritti umani e le pari opportunità; la dottoressa Francesca Musacchio, giornalista e direttore di Ofcs Report; il dottor Bernard Selwan El Khoury, direttore del Center for Oriental Strategic Monitoring; il dottor Emiliano Stornelli, presidente del Religion & Security Council.
(*) Foto di Valentina Fulli
di Stefano Cece