mercoledì 12 febbraio 2025
Se stipuli un contratto di lavoro con un’impresa hai diritto alla retribuzione concordata. Il salario minimo, invece, non può essere considerato una questione di diritto, inteso in senso liberale classico. Per i liberali classici i diritti sono quelli cosiddetti “negativi”, ovvero, le libertà naturali, quelle per la cui realizzazione è necessario esclusivamente che altri si astengano dall’ostacolarle. Al contrario, i cosiddetti “diritti positivi”, coincidono con i diritti sociali, cioè non libertà, ma pretese, che, per realizzarsi, richiedono un’azione attiva da parte di altri, per cui, affinché il diritto sociale si realizzi, altri soggetti devono agire a favore di colui che pretende quel diritto. Pertanto, l’errore, consiste nel confondere quelli che sono i diritti sociali o assistenziali con i meccanismi economici del libero mercato. È un errore mischiare i compiti a cui è preposto il welfare state, cioè gli istituti pubblici di assistenza, con quelli che sono invece gli agenti economici. Se l’operatore economico non è libero di realizzare la sua finalità con quelli che sono i parametri di efficienza, efficacia, economicità, produttività, ma deve preoccuparsi di realizzare un diritto sociale e assistenziale, allora, la sua azione viene interferita, indebolita, parzialmente neutralizzata.
È proprio la commistione fra diritti sociali-assistenziali e le libertà naturali, l’azione degli operatori economici, che ha indebolito la capacità economica di produrre ricchezza e il livello di produttività. Il salario minimo per legge, slegato dal contesto produttivo settoriale e territoriale delle imprese (che può invece correttamente essere soddisfatto attraverso la contrattazione di secondo livello aziendale) finisce proprio per fallire l’obiettivo che si propone, cioè, finisce per penalizzare proprio i lavoratori meno qualificati, che rimarrebbero esclusi dalle assunzioni in quanto non in grado di coprire, con la propria prestazione, il proprio costo del lavoro e, addirittura, trascinare al ribasso i lavoratori che godono di salari più alti del salario minimo stesso.
La soluzione per aumentare il livello generale dei salari è:
1) agire sull’aumento della produttività (tra le più basse in Unione europea);
2) agire sulle componenti contributive e fiscali del costo del lavoro (tra le più alte in Ue);
3) avvalersi di contratti collettivi di secondo livello aziendali per rilevare le specificità dei vari comparti produttivi, aziendali e territoriali.
di Elena Vigliano