Giustizia, Costa: “Accelerare con Commissione d’inchiesta su magistrati”

lunedì 3 febbraio 2025


“L’organo dovrebbe occuparsi anche degli errori giudiziari”. Enrico Costa ne è assolutamente convinto. Il deputato forzista, ex segretario di Azione, sostiene sui social l’urgenza di accelerare l’esame della sua proposta di legge che punta a istituire una Commissione d’inchiesta monocamerale sulla magistratura. “Se non ora quando?”, s’interroga retoricamente l’esponente di Forza Italia. A suo avviso, la Commissione, in particolare, dovrà vigilare sull’assegnazione degli incarichi, sulle valutazioni di professionalità, sul fuori ruolo, sull’attività extragiudiziaria e sulla responsabilità disciplinare. E si dovrà occupare anche degli errori giudiziari che incidono sulla libertà personale e degli effetti dei processi mediatici che rendono irreversibili le conseguenze di tali errori”. La Commissione dovrebbe essere composta da 20 deputati ed essendo monocamerale, per istituirla basterebbe approvare il testo di Costa alla Camera.

Nella relazione della proposta di legge del parlamentare, presentata a Montecitorio il 18 luglio scorso, si legge che “la credibilità della giustizia è, secondo tutte le rilevazioni, ai minimi termini. Le cause sono molteplici e non sono mai state affrontate in una chiave organica alla luce dei princìpi costituzionali. L’autonomia e l’indipendenza della magistratura nonché il suo autogoverno – si osserva – sono princìpi basilari e ineludibili. Tuttavia le norme sull’ordinamento giudiziario, coerenti con i princìpi costituzionali, sono state talvolta aggirate, eluse, reinterpretate, in omaggio a logiche correntizie. Il ruolo delle correnti della magistratura – spiega Costa – è stato reso evidente in tutta la sua forza distorsiva dagli scandali che hanno interessato il Csm negli anni scorsi, vicende che si è preferito rimuovere dalla memoria, anziché approfondire l’esame della loro dinamica. Le azioni disciplinari – aggiunge il deputato di Forza Italia – sono state ben circoscritte, pochissimi i soggetti giudicati responsabili, il Csm ha sostituito alcuni consiglieri: ma a questo ci si è limitati. Il nastro non è stato riavvolto e un fenomeno ampio è stato interpretato come una somma di episodi singoli, addebitati a singoli responsabili”. E questa, secondo Costa, “è stata una conclusione di comodo, che ha concentrato la responsabilità su alcuni individui, limitando l’analisi alla superficie delle vicende emerse, considerate singolarmente e non organicamente. È pertanto necessario – afferma – svolgere un approfondimento a tutto campo sull’applicazione concreta delle regole sull’ordinamento giudiziario. Ove emergessero distorsioni è fondamentale che il legislatore intervenga”. Obiettivo della Commissione, dunque, “è quello di affrontare in profondità la valutazione dei fatti e del loro contesto, concentrandosi su dinamiche che non interessano l’attività giurisdizionale, ma tutto l’assetto ordinamentale che costituisce la radice di una credibile attività giurisdizionale”.

Frattanto, in un’intervista al Corriere della Sera, Francesco Paolo Sisto, viceministro della Giustizia, sostiene che non si possa “negare che l’Anm, con le sue proteste plateali di fronte al corretto esercizio dei meccanismi della legislazione, abbia creato un grande nervosismo nei rapporti. Si corre il rischio di passare dal dissenso, condivisibile o meno, a un preoccupante segnale di intolleranza. Sul trattenimento dei migranti sono stati formulati anche provvedimenti che disapplicando il decreto legge sui Paesi sicuri hanno di fatto messo in crisi le scelte in tema di immigrazione del Governo. Se aggiungiamo la discutibile scelta del procuratore di Roma Francesco Lo Voi di iscrivere nel registro degli indagati mezzo Governo, compresa la premier, per reati inconsistenti”. Quello di Lo Voi sul caso Almasri non era un atto dovuto? “Niente affatto”, risponde Sisto. “Perché si iscriva qualcuno nel registro degli indagati è necessario che i fatti abbiano pertinenza con ipotesi di reato, siano determinati e verosimili”. E sottolinea: “Noi siamo convinti che il percorso individuato anche tramite i centri in Albania, come l’Europa ha sancito, sia corretto”.


di Michele Perseni