Quando Saviano scriveva a Don Raffaè

martedì 28 gennaio 2025


Gli archivi segreti del boss Raffaele Cutolo regalano degli interessanti retroscena che riguarderebbero, tra l’altro, anche un certo Roberto Saviano (lo stesso che denuncia a gran voce il fatto che l’Italia sia un Paese a “vocazione mafiosa”), attratto fatalmente, in età giovanile, dal fascino letale del fondatore della Nuova camorra organizzata. A rivelare al grande pubblico la passione sfrenata del giovane Saviano nei confronti di don Raffaè è il libro edito da Piemme, Diari segreti di Raffaele Cutolo. La storia mai raccontata del più potente boss della camorra di Simone Di Meo e Gianluigi Esposito, i primi in assoluto ad avere avuto accesso agli archivi del boss, dai quali emergerebbe, tra l’altro, anche una lettera indirizzata a Cutolo scritta da Roberto Saviano, all’epoca dei fatti ventiquattrenne.

Rileggendo il testo della missiva in questione, recentemente pubblicata dal quotidiano Libero per gentile concessione dei due autori del libro, si evince chiaramente tutta l’ammirazione che il neo laureato Saviano nutriva nei confronti del camorrista: “Caro don Raffaele, sono Roberto Saviano, ho 24 anni e mi sono laureato in Filosofia all’Università di Napoli Federico II. Vi scrivo al fine di poter ricevere in lettura le vostre poesie. Più volte ho letto lacerti di suoi versi, piccoli brani, poche rime, e ho apprezzato la fattura letteraria, la qualità del fraseggio, il controllo della metrica, l’afflato dell’ispirazione. Mi piacerebbe poter ricevere i vostri libri (che non sono riuscito a rintracciare neanche dagli antiquari di Napoli) e tutte le poesie che riterrete di poter concedere alla mia attenzione. Non vi nascondo che mi piacerebbe poter mettere in Internet alcuni suoi versi. Inserirli in un sito di alcuni scrittori giovani molto noti così da poter avere lettura da un pubblico molto giovane. Le potenzialità di Internet sono infinite. Molteplici occhi possono leggere gratuitamente e lasciare in tempo reale commenti e giudizi. Chissà poi che qualche editore...”.

Non solo, perché il giovane Saviano, oltre ad apprezzare le doti letterarie di Raffaele Cutolo e a voler diffondere le poesie del boss tra il pubblico giovanile attraverso la Rete, si dimostra anche parecchio interessato a voler intraprendere un “rapporto epistolare” con Don Raffaè attraverso cui far conoscere il proprio lavoro al camorrista: “Non mi attendo quindi un vostro cenno e se avete desiderio di leggere i miei articoli letterari chiedetemi pure e ve li invierò, se poi vi piacerebbe intessere un rapporto epistolare incentrato su questioni filosofiche, letterarie e teologiche ne sarò lieto”. Insomma, a giudicare da quanto si legge nella missiva scovata da Esposito e Di Meo negli archivi segreti di Cutolo, pubblicata nel libro edito da Piemme, mancava solo che il giovane Saviano si rivolgesse a “quell’uomo sceltissimo immenso” chiedendo servilmente: “Voi che date conforto e lavoro, Eminenza, vi bacio, v’imploro, con rispetto s’è fatto le tre, volite ‘a spremuta o volite ‘o cafè?”.

(*) Diari segreti di Raffaele Cutolo. La storia mai raccontata del più potente boss della camorra di Simone Di Meo e Gianluigi Esposito, Piemme, 448 pagine, 19,95 euro


di Salvatore Di Bartolo