venerdì 24 gennaio 2025
Un quarto di secolo. Tanto è il periodo di tempo trascorso dalla morte di Bettino Craxi, l’ex segretario del Psi scomparso ad Hammamet, in Tunisia, il 19 gennaio del 2000. Una ricorrenza assai significativa quella che l’Italia della politica ha da poco celebrato, e non certo, o perlomeno non solo, per questioni meramente affettive o perché le circostanze lo richiedessero, o peggio, lo imponessero. Le ragioni sottese alla necessità di riaprire un dibattito serio e libero da condizionamenti ideologici incentrato sulla figura del leader socialista sono infatti ben più profonde ed attuali.
Riscoprire oggi, a distanza di venticinque anni dalla sua dipartita, l’eredità politica ed intellettuale di Craxi assume infatti un importanza di natura strategica, e non soltanto per motivazioni di carattere storico legate alla necessità di ristabilire una volta per tutte la verità dei fatti, in particolar modo per ciò che concerne gli eventi che portarono al rovinoso crollo della Prima Repubblica. L’attualità del pensiero politico di Bettino Craxi è infatti tale da andare ben al di là degli eventi che segnarono, purtroppo per noi in negativo, il destino politico del nostro Paese, ben oltre la storia: abbraccia il presente e le principali questioni del nostro tempo, e guarda al futuro, esattamente com’era solito fare il leader socialista, prima da segretario del Psi e poi da esule, in quella terra straniera ma non estranea, com’egli stesso amava definirla, che seppe accogliere con calore e civiltà l’ultimo grande statista italiano.
Conoscere adeguatamente Craxi e le vicende pubbliche e private che lo videro a suo tempo protagonista, risulta pertanto fondamentale al fine di comprendere i molti cambiamenti che stanno intervenendo, e che interverranno nel prossimo futuro, tanto sulla scena politica interna quanto su quella globale. Per averne contezza, si guardi ad alcuni dei grandi temi che infiammano oggigiorno il dibattito pubblico. Che si parli di Medio Oriente, di rapporti con la Nato o di sovranità nazionale, ma anche di Europa e di vincoli comunitari, di immigrazione o del ruolo dell’Italia nel Mediterraneo, che si tiri in ballo la riforma della giustizia, quella sulle autonomie o quella in senso presidenziale delle istituzioni, non si può prescindere dall’osservare che lui, Craxi, ci aveva sempre visto lungo, avendo colto per primo, e con svariati decenni di anticipo, la portata e gli effetti di fenomeni e mutamenti in grado di stravolgere il regolare corso degli eventi.
È anche e soprattutto in questo, nella straordinaria capacità di anticipare i tempi e nella modernità del suo pensiero, nella lucidità del suo sguardo e nell’attitudine ad indicarci sempre la via maestra restando comunque fedele alle proprie idee, che risiedono la grandezza e l’attualità di Bettino Craxi. Un leader globale ed autentico che tutt’oggi, anche un quarto di secolo dopo la sua scomparsa, ancora parla. E continuerà a farlo.
di Salvatore Di Bartolo