lunedì 20 gennaio 2025
Due mesi fa venivo chiamato a presentare nella libreria romana Horafelix l’ultima opera di Carlo Palermo: Senza Dio, senza Stato, senza Libertà… La vittoria dei poteri occulti nel governo dell’umanità. Mi sembrava scontato pensare che, fossi stato interpellato perché i miei colleghi temessero finire nella lista dei complottisti. C’era però alla base una ragione più profonda, la condivisione di una comune percezione del potere, una visione del mondo, l’aver capito in tempi non sospetti che il vertice ha creato un perimetro nel quale far giocare la gente comune con forme sempre più limitate di libertà e democrazia.
Con la pandemia del 2019 sono caduti veli e sipari, ed oggi non si può più asserire si possa fare politica senza ammettere i condizionamenti del potere e, soprattutto, che necessiti crearsi protezioni internazionali per non subire le ire dei potenti della terra. Ecco perché noi italiani dobbiamo riconoscere che Giorgia Meloni è stata a dir poco brava a gestire la politica estera: abilità a dir poco andreottiana nello stabilire un dialogo amicale con Elon Musk, oggi intermediario con il salotto finanziario occidentale. Senza certi rapporti l’Italia è fritta e stritolata, perché il potere insegue globalmente i propri interessi e l’incremento patrimoniale senza alcun limite ed a spese dei popoli. I buoni rapporti con Musk sono certamente funzionali ad allungare la vita economica dell’Italia, permettendo alla gente normale di cercare di guadare il fiume in questo turbinoso periodo e, si spera, scongiurando il conto per guerre e pandemia venga spalmato in comodissime e risibili rateizzazioni. Non mi è dato sapere se Giorgia Meloni abbia avuto occasione di leggere l’ultimo libro di Carlo Palermo ma, certamente, avrà come tanti ascoltato una celebre intervista a Mario Draghi, dove si chiedeva sotto pandemia al banchiere: “Cos’è il potere? Chi è il potere?”. Supermario di rimando: “C’è il potere e ci sono i popoli!”, ben dividendo i due mondi, i due ceti; quasi a dirci che a pochissimi sia concesso entrare a corte, nelle grazie dei potenti della Terra.
Chi vi scrive ha più volte sfiorato di scambiare quattro chiacchiere con Carlo Palermo magistrato e poi avvocato. Ma la vita è un tourbillon, o come disse Abraham Louis Breguet all’ultimo Luigi, prima d’essere defenestrato e poi morire di malattia, “unregulateur à tourbillon”. Necessita cavalcare la tigre e duellare col Diavolo: diversamente sarebbe tanto grigio ed inutile giustificare le nostre esistenze e, forse da visionari, dire al nostro prossimo che s’intravede una seppur flebile luce infondo al tunnel.
“Nel libro spiego quando, come e perché nacque l’occulto connubio tra il Pentagono, la Cia, Stay behind Gladio, il nostro Stato, la Chiesa e Cosa nostra ‒ spiega Carlo Palermo ‒ che sfociò in delitti eccellenti e negli attentati stragisti, eversivi e mafiosi, nonché come, da allora ad oggi, il loro comune intento sia sempre rimasto quello di dirigere il mondo con il governo della guerra, il terrore e la soppressione delle religioni, ovvero con il controllo psicologico delle popolazioni, a iniziare da quelle del nostro Paese, ricorrendo a patti e codici segreti, che ho alfine individuato e che illustro in queste pagine... nonostante appaia sempre più difficile contrastarne l’obiettivo ultimo di cancellare la nostra attuale civiltà”.
Oggi la vittoria di Donald Trump è forse un decente argine a fermare la cancellazione della nostra civiltà. Badate bene che dico decente, convinto che il potere finanziario multinazionale non abbia appoggiato Trump, anzi che fino all’ultimo abbia tentato di fermare il ritorno del Tycoon. Ma sono cose tanto più grandi della nostra Italia, e questo Giorgia Meloni lo sa meglio di tutti. Soprattutto, per dominare nella politica planetaria necessita sedere tra i primi posti della ricchezza globale, ed avere comuni interessi societari con antiche dinastie e manager che controllano sia governi “buoni” che “canaglia”. Ben convinti tutti che gli italiani siano brava gente, giustamente Giorgia Meloni ha scommesso su Elon Musk. Su come l’Italia sia riuscita a sedurre Musk con un misto di arte, antica genialità, natura, piccoli e poetici borghi, chiese, musei, mare. Del resto, l’Italia non era certo mai stata una Cenerentola, nemmeno nei secoli del Sacro Romano Impero: diversamente i germanici signori della guerra non l’avrebbero tanto bramata e invidiata, saccheggiata e osteggiata. La trattativa con Musk ha liberato Cecilia Sala, ha permesso di fare la voce forte con la ex Fiat degli Elkann Agnelli e, di logica conseguenza, fronteggiare le posizioni bancarie di Ursula von der Leyen e “frugali” soci.
Per governare l’Italia, in considerazione del ruolo che gioca nel Mediterraneo (quasi omologo a quello turco), necessita avere un coraggio da leone o da persona vocata ad incosciente santità. “Personalmente ‒ scrive Carlo Palermo ‒ sin da quando pubblicai nel 2018 il libro La Bestia, non impiegai molto a comprendere che dietro la regia che stava gestendo queste trasformazioni erano presenti gli stessi attori e protagonisti che avevano svenduto il nostro Paese negli anni Novanta: i Rockefeller & C. del Club di Roma, i Rothschild del Vaticano e del Museo del Louvre, i Bush Senior e Junior del New World Order, l’Onu, l’Oms, i vecchi e nuovi apparati Stay behind Gladio, la Nato, i molteplici organismi internazionali e summit di vario genere, la massoneria internazionale che da sempre ne ha diretto trasversalmente le attività”. Ma Giorgia Meloni conosce bene questi aspetti della vita ed ha osato. Audentes fortuna iuvat che letteralmente in epoca volgare s’intendeva come il destino favorisce chi osa, mentre per il latino Ovidio era “la fortuna e il dio aiutano coloro che osano”. Perché nella dimenticata classicità un po’ di pietas folgorava ogni poeta sulla strada dell’immanenza, di ciò che spiritualmente risiede nell’essere: e siccome il nostro contemporaneo ateismo di Stato non è riuscito a sconfiggere la tradizione cattolica e laica italiana (sarebbe stato bello se Benedetto Croce avesse potuto constatare questo miracolo politico che gli dà ragione) si confida che anche il Giubileo offra stampelle al governo italiano ed all’Italia tutta.
“Non praevalebunt” avevo detto a Carlo Palermo durante la presentazione del suo libro, conscio che per governare il presente necessiti conoscere i tanti vincoli accettati (e subiti) in un passato più o meno vicino. Dico questo conscio che, un Abu Abbas sia sempre dietro l’angolo, che il sequestro di una Achille Lauro possa sempre avvenire e che una Sigonella o una riunione sul Britannia in ogni momento serva a mettere in difficoltà l’Italia. Spero il Presidente del Consiglio non me ne voglia, che Carlo Palermo mi perdoni e che l’Italia si salvi… vi scrivo da Roma e non da Londra, convinto in totale franchezza che persistano i limiti che ebbe a narrarci Giuseppe Mazzini.
di Ruggiero Capone