giovedì 16 gennaio 2025
Le condizioni delle carceri italiane sono indegne. Un sistema al collasso. Da inizio anno sono già 11 le persone detenute che si sono tolte la vita in carcere. A queste si aggiunga una persona suicidatasi in stato di privazione della libertà in una Rems e un operatore penitenziario del carcere di Paola. Quattro di questi suicidi sono avvenuti a Modena, Firenze, Roma-Regina Coeli: carceri che scontano situazioni di sovraffollamento molto gravi e uno stato delle strutture fortemente compromesso in più aree. La scia di morti continua, dopo che nel 2024 ben 89 persone si sono tolte la vita: il dato più alto degli ultimi dieci anni.
I detenuti sono attualmente 62.427, di cui quasi 10mila in attesa di primo giudizio. I posti disponibili, invece, sono solo 51mila. Di questi posti, però, 4.462 in effetti non sono disponibili per inagibilità o manutenzioni; dunque, la capienza effettiva scende a circa 47mila posti, il tasso di affollamento effettivo arriva al 132,6 per cento. Il tasso di crescita della popolazione detenuta è ormai insostenibile: un anno fa, alla fine del 2023, i detenuti erano 60.166, circa 2mila in meno del 2024. Da allora, i posti detentivi effettivamente disponibili sono diminuiti significativamente.
Negli anni passati, alcune misure adottate dalla politica, avevano consentito di ridurre il sovraffollamento ma la soglia dei 60mila reclusi è stata di nuovo superata nel 2023, il trend di crescita continua, nonostante gli interventi messi in campo dal Governo negli ultimi mesi. Il sovraffollamento è ormai un problema anche degli istituti penali per minorenni, dove i reclusi al 30 novembre scorso erano 576. Di fatto, la popolazione carceraria scende in modo consistente solo a seguito di interventi straordinari, come amnistie o indulti. Poi torna a salire costantemente.
di Valter Vecellio